Razzi su Tel Aviv giovedì mentre i leader di Hamas sono in Egitto per discutere di una tregua. L'Onu cerca ancora una risoluzione al Consiglio di Sicurezza. Isolato dall'esercito israeliano il nord della Striscia
È stata una giornata di bombardamenti intensi e di combattimenti tra Israele e Hamas a Gaza, in particolare nella parte nord della Striscia, tra deboli speranze di una nuova tregua umanitaria e l'avvertimento dell'Onu del rischio di una carestia.
L'esercito israeliano sostiene di aver colpito 230 obiettivi e di avere individuato depositi di armi e altre gallerie sotterranee a Jabalia. Testimoni parlano di una zona completamente isolata e sotto il tiro dei cecchini.
La Mezzaluna Rossa palestinese denuncia di non potere accedere con le ambulanze nell'area più settentrionale della Striscia, dove è in corso anche un black out delle comunicazioni.
Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), l'unico ospedale ancora attivo nell'area ha smesso di operare due giorni fa.
Nuovi razzi di Hamas su Tel Aviv
Le sirene anti-aeree sono suonate giovedì nella capitale commerciale d'Israele, a causa di razzi intercettati dai sistemi di difesa o esplosi senza causare vittime.
L'ala militare di Hamas ha dichiarato di aver sparato in risposta all'uccisione di civili da parte dell'esercito israeliano che, secondo le autorità sanitarie palestinesi, sono la maggioranza degli oltre 20mila morti a Gaza dall'inizio del conflitto (ottomila i minorenni).
Negoziati in corso per un cessate il fuoco
Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, e rappresentanti del Movimento per il Jihad Islamico sono in Egitto per discutere le condizioni di una nuova tregua.
Il gruppo armato palestinese avrebbe rifiutato una prima bozza d'intesa, che prevedeva sette giorni di pausa umanitaria in cambio del rilascio di quaranta ostaggi, puntando a un accordo di tregua permanente.
"La scelta per Hamas è questa: resa o morte" ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahuin un video su X.
La sospensione dei combattimenti potrebbe servire a liberare altri degli oltre cento ostaggi ancora trattenuti dai miliziani palestinesi a Gaza e a incrementare gli aiuti umanitari alla popolazione.
Proprio al valico di Kerem Shalom tra Israele e la Striscia, aperto di recenti a camion di aiuti alimentari e medici, quattro lavoratori sono stati uccisi giovedì da un bombardamento aereo israeliano.
I timori di una carestia e gli sforzi dell'Onu
Secondo le Nazioni Unite oltre 570 mila persone nella Striscia "stanno soffrendo la fame" a causa del conflitto in corso.
"Abbiamo a che fare con persone che muoiono di fame, adulti e bambini. Ed è insopportabile" ha denunciato Sean Casey, coordinatore delle squadre mediche di emergenza dell'Oms.
Il Programma Alimentare Mondiale ha avvertito che c'è il rischio di una carestia, se non viene ripristinato l'accesso al cibo, all'acqua potabile e ai servizi sanitari e igienici.
Una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, proposta dagli Emirati arabi uniti, è in discussione da inizio settimana a causa di divergenze tra gli Stati Uniti e gli altri membri dell'assemblea sul testo della bozza e sul sistema di controllo degli aiuti che entrano a Gaza.
Il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby ha affermato che gli Stati Uniti "non fanno trattative in pubblico, ma stanno lavorando attivamente" a una possibile risoluzione all'Onu.
L'Italia, che non è in questo momento un membro del Consiglio di sicurezza, ha inviato giorni fa in Egitto la nave ospedale Vulcano, dove sono stati curati finora 35 pazienti.