Paesi Bassi: tutto quello che c'è da sapere sulle elezioni legislative del 22 novembre

Il 22 novembre gli elettori olandesi sono chiamati alle urne per elezioni anticipate
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Di Laura Llach
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Gli elettori olandesi sono chiamati alle urne dopo le dimissioni di Mark Rutte, che ha annunciato l'addio alla politica dopo 13 anni da premier

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Il 22 novembre nei Paesi Bassi si terranno le elezioni anticipate per il rinnovo della Tweede Kamer, la camera bassa del Paese. Una tornata elettorale che arriva dopo le dimissioni del primo ministro Mark Rutte, che lo scorso luglio ha annunciato di volere abbandonare la politica dopo avere rivestito la carica di premier per 13 anni.

Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla politica olandese, i partiti, le personalità e i temi principali della campagna elettorale.

Come siamo arrivati a questo punto?

Rutte era soprannominato "Teflon Mark" per la sua capacità di gestire le crisi di governo e "Mister Normal" per il suo stile di vita semplice. Le sue dimissioni segnano la fine di un'epoca per il Paese. Dopo tre mandati, l'immigrazione è stato il tema che ha fatto cadere il suo quarto governo di coalizione.

Per mesi il primo ministro ha lavorato a un pacchetto di misure per ridurre il flusso di nuovi immigrati nei Paesi Bassi. Ma le lotte all'interno della coalizione di governo per limitare il ricongiungimento familiare e creare un sistema di asilo a due livelli lo hanno spinto a gettare la spugna.

Due dei quattro partiti della coalizione di governo - i Democratici 66 (D66) e l'Unione Cristiana (Cu) - si sono opposti al progetto di legge, mentre gli altri due - il Partito Popolare per la Libertà (Vvd) di Rutte e l'Appello Cristiano Democratico (Cda) - lo hanno sostenuto.

L'idea era quella di ridurre il numero di familiari autorizzati a raggiungere i richiedenti asilo nel Paese e di far attendere le famiglie due anni prima di poterle riunire. Pochi giorni dopo il crollo della coalizione, Rutte ha annunciato: "Non mi presenterò come leader del mio partito alle prossime elezioni".

"La capacità di Rutte di creare consenso, il suo 'stile manageriale' e il suo modo pragmatico di fare politica, nonostante la sua capacità di sopravvivere agli scandali politici e di respingere l'estrema destra, sono certamente tra le ragioni principali che spiegano la sua longevità in carica" ha dichiarato a Euronews Philippe Mongrain, ricercatore dell'Università di Anversa.

"Rutte è riuscito a rimanere al potere in uno dei sistemi partitici più frammentati d'Europa mostrando la volontà di scendere a compromessi e dimostrando flessibilità ideologica quando necessario" ha aggiunto Mongrain. "Forse i suoi successori seguiranno un percorso simile. O forse no".

La grande domanda ora è: chi darà una scossa alla politica olandese dopo Rutte?

Come funziona il sistema elettorale olandese?

A differenza di altri Paesi europei, le elezioni nei Paesi Bassi si tengono solitamente di mercoledì. Questo per aumentare la partecipazione degli elettori. Viene utilizzato un sistema proporzionale a lista aperta, con la possibilità di esprimere voti di preferenza.

L’unica soglia prevista per ottenere un seggio è quella del quoziente elettorale, ottenuto dividendo il numero totale dei voti validi per 150. Una soglia così bassa è una rarità nell'Unione europea.

I residenti olandesi nelle isole di Aruba, Curaçao e Saint Martin possono votare solo se hanno vissuto nei Paesi Bassi per almeno 10 anni o se hanno lavorato per il servizio civile olandese in una di queste isole.

Nelle elezioni che si sono tenute dopo la seconda guerra mondiale sono serviti in media 94 giorni per formare una nuova coalizione. Per formare l'ultimo gabinetto ne sono serviti però 299. I sondaggi suggeriscono che, dopo le prossime elezioni, saranno necessari almeno tre partiti politici per formare un governo di coalizione.

Quali sono i principali partiti?

Il voto per i 150 seggi della Camera bassa del Parlamento inaugurerà una nuova generazione di leader, visto che anche alcuni membri chiave della quarta coalizione di governo di Rutte hanno annunciato di volere lasciare la politica.

Tra questi Sigrid Kaag, vice primo ministro del Paese e leader del partito di sinistra D66. La decisione è stata presa a causa dell'impatto sulla sua famiglia delle ripetute minacce ricevute durante il suo mandato.Dei 26 partiti politici in lizza per le elezioni, solo 17 sono attualmente rappresentati in Parlamento.

Per Mongrain "le elezioni olandesi sono tra le più volatili dell'Europa occidentale". 

Secondo il ricercatore, a differenza delle elezioni del 2021, il Vvd al potere ha ora due stretti rivali: il nuovo partito di centrodestra e anti-establishment, Nuovo Contratto Sociale (Nsc), fondato ad agosto da Pieter Omtzigt, ex deputato indipendente con un passato in Appello Cristiano Democratico, e la lista congiunta del Partito laburista e della Sinistra verde, formatasi a luglio e guidata da Frans Timmermans, ex vicepresidente della Commissione europea.

L'ultimo sondaggio di I&O Research mostra che questi tre partiti si contenderanno il potere: l'Nsc di Pieter Omtzigt è dato al 27%, il Vvd al 26% e la coalizione della Sinistra Verde e del Partito Laburista al 25%.

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"Il partito dell'ex primo ministro, il Vvd, non si trova in una posizione particolarmente favorevole" dice Mongrain. "Ma la premiership non è certo fuori portata, soprattutto perché Omtzigt sembra aver escluso la possibilità di assumere la carica di premier in caso di successo del suo partito".

"Il nuovo partito di Omtzigt sta attirando elettori da diversi partiti, tra cui Vvd, il Cda e D66" continua il ricercatore "il che potrebbe spiegare almeno in parte la performance un po' deludente di questi partiti nei sondaggi sulle intenzioni di voto".

Il Movimento Civico-Contadino (BoerBurgerBeweging, Bbb) è un altro partito che ha ottenuto un buon risultato alle recenti elezioni regionali

Le politiche anti-cambiamento climatico del governo Rutte hanno colpito gli agricoltori del Paese, che hanno protestato in massa.

Chi è Omtzigt e perché sta scuotendo la politica olandese?

E' uno dei politici conservatori più popolari dei Paesi Bassi e, sebbene abbia fondato il suo partito politico solo due mesi fa, molti scommettono sulla sua vittoria alle elezioni. 

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Pieter Omtzigt, 49 anni, vuole portare un cambiamento radicale nel Paese: "Vogliamo realizzare i nostri ideali, non cercare il potere per il potere" ha detto.

La sua popolarità risiede nel suo carisma e si è accresciuta da quando Omtzigt ha lasciato Appello Cristiano Democratico, dopo avere scritto un rapporto critico sul coinvolgimento del partito nello scandalo degli assegni familiari che portò al crollo del terzo governo Rutte nel 2021.

Una storia cominciata nel 2012, quando il governo Rutte cominciò a chiedere la restituzione dei sussidi mensili per i figli a migliaia di famiglie, accusandole di frode. 

In seguito si è scoperto tuttavia che le accuse non erano basate su prove, ma su profili di rischio creati da un algoritmo e usati per individuare le famiglie che più si avvicinavano a quelle condizioni. Decine di migliaia di famiglie provenienti dai contesti più svantaggiati si sono ritrovate con debiti che non potevano pagare.

Omtzigt ha svolto un ruolo chiave nel portare alla luce lo scandalo, conducendo diverse interrogazioni parlamentari nei confronti del governo. Le sue denunce e le indagini sugli scandali politici lo hanno reso un astro nascente, ma sarà in grado di cavalcare questa ondata di popolarità?

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Cosa pensano gli elettori?

Secondo una recente ricerca di Ad Nieuws, le principali preoccupazioni degli elettori olandesi sonoil potere d'acquisto, l'immigrazione e il sistema sanitario nazionale

Come sottolinea Mongrain, l'inflazione mensile dei beni alimentari si avvicinava al 20% all'inizio dell'anno. Attualmente, secondo Statistics Netherlands, si aggira intorno al 10%, un onere significativo per i consumatori olandesi.

"Per mantenere il potere d'acquisto dei consumatori e finanziare il sistema sanitario, molti elettori vedono nei tagli all'immigrazione una soluzione praticabile per liberare fondi pubblici" dice Mongrain.

Oltre il 40% degli elettori intervistati da Ad ritiene che si spendano troppi soldi per il sistema di reinsediamento dei richiedenti asilo nel Paese, spese che si sommano ad altri costi finanziari associati alla migrazione. 

Anche la carenza di alloggi, la transizione energetica e il cambiamento climatico risultano tra le preoccupazioni degli elettori in vista del voto.

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