Non solo calcio: il Qatar cerca la gloria anche nella pallacanestro

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Il Paese vuole farsi trovare pronto al Mondiale di basket del 2027, che si terrà a Doha

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In questo episodio di Qatar 365 analizzeremo la scena cestistica del Qatar. Il Paese punta molto sulle sue squadre giovanili e sul suo campionato professionistico per affermarsi sulla scena internazionale. La formazione di giovani talenti è tra le priorità della Federazione di pallacanestro del Qatar. E quale modo migliore per "iniziare i giovani" di una competizione internazionale? Abbiamo incontrato alcune giovani promesse che stanno lavorando duramente per avere la possibilità di rappresentare il loro Paese ai Mondiali del 2027, che si disputeranno proprio in Qatar.

I giocatori della nazionale under 16 si stanno allenando in vista dei campionati asiatici. Per la maggior parte di loro si tratta del primo torneo internazionale. Ma non per il capitano Mohamed Massamba Ndao, già presente nella precedente edizione del torneo. Conosce la pressione e le aspettative e sa cosa aspettarsi.

L'allenatore Stavros Mykoniatis vuole costruire una squadra giovane e competitiva. "Sono ragazzi giovani - dice Mykoniatis -. È la prima volta che giocano a questo livello. Abbiamo un programma che punta a sviluppare la prossima generazione di giocatori per l'under 18 e per la nazionale maggiore. Quindi per noi è un'occasione di crescita, i ragazzi possono accumulare esperienza in vista delle future competizioni".

Anche il playmaker della squadra, il 15enne Abdulla Yasin Mousa, partecipa alla competizione per la seconda volta. Abdulla e il capitano Mohamed sono i due giovani più promettenti del basket qatariota. In questa squadra il talento non manca. I giocatori hanno 16 anni o meno, ma molti di loro giocano già con i professionisti del campionato qatariota. Partecipare ad una competizione internazionale gli permetterà di impreziosire un curriculum già di tutto rispetto.

Parte di questa esperienza consiste nell'imparare a gestire le sconfitte, inevitabili quando si affrontano alcune delle migliori squadre asiatiche, come l'Iran e l'Australia. Un compito in più per l'allenatore e i suoi assistenti. "Questo è il nostro lavoro - dice Mykoniatis -. Cerchiamo di metterli a loro agio, nella pallacanestro gestire le emozioni è importante quanto gestire la palla. Facciamo tutto il possibile per farli giocare al meglio".

La speranza di tutti è partecipare al Mondiale del 2027, che sarà organizzato dal Qatar. Tra quattro anni Mohamed e Abdulla avranno la possibilità di rappresentare il loro Paese davanti al pubblico di casa. "Per essere il migliore bisogna dare sempre il 100% - dice Mohamed -. Il Mondiale è la competizione più importante, sto lavorando duramente per questo".

Per sapere cosa significhi rappresentare il Qatar fin da giovani, chi meglio di un uomo che ha vissuto questa esperienza? Abbiam incontrato Mohamed "Mizo" Hassan, guardia dell'Al Shamal, per chiedergli cosa serve per raggiungere i massimi livelli nel basket professionistico e quali sono le prospettive di questo sport in Qatar.

"Ho iniziato a giocare quando avevo quattro anni, mio padre era un allenatore ed ex giocatore - dice Hassan -. È lui che mi ha insegnato il gioco e mi ha fatto diventare quello che sono. È con lui che ho iniziato a giocare a basket. Il mio modello era Kobe Bryant. Kobe Bryant è stato il Michael Jordan della mia era. Sono nato nel 1991, guardare Kobe Bryant contro Allen Iverson era il massimo in quel periodo".

Hassan ha debuttato nella nazionale del Qatar a 15 anni. Quanto è importante sostenere i giovani atleti per il futuro della pallacanestro in Qatar? "Mi considero il 'figlio di mezzo' del basket del Qatar, perché quando ho iniziato a 15 anni ero il più giovane della squadra - dice Hassan -. Poi ho giocato con i ragazzi che sono andati alla Coppa del Mondo, sono diventato il capitano della nazionale e il giocatore più anziano della squadra. Quindi cerco sempre di sostenere i giovani, perché capisco quanto sia importante ricevere il sostegno dei veterani e dei giocatori più anziani".

Al Mondiale in Qatar mancano ancora alcuni anni, ma il Paese ha già ospitato alcune competizioni internazionali. Tra queste ci sono il torneo di Doha, a cui hanno partecipato 8 squadre di 7 Paesi, e il Campionato arabo di basket per club, a cui partecipano squadre di 14 Paesi. 

Il basket è la più grande passione di Omar Al-Ziani: gioca come playmaker per l'Al Ahli, una delle 18 squadre che partecipano al Campionato arabo di basket per club, ospitato per la prima volta dal Qatar. "È bello riunire squadre provenienti da tutto il mondo e farle interagire dentro e fuori dal campo - dice Al-Ziani -. Possono nascere delle amicizie. C'è sportività e rispetto reciproco. Il che, a mio avviso, ha un valore immenso".

Il Campionato arabo di basket per club è giunto ormai alla 35esima edizione, mentre il torneo internazionale di Doha è solo alla seconda. A questo torneo partecipano club di tutto il Medio Oriente e del Nord Africa: quest'anno hanno partecipato per la prima volta anche i Meralco Bolts, un club delle Filippine. 

Nonostante Manila sia distante 7mila chilomteri, per il club filippino è stato come giocare in casa. "Sì, ci sono molti filippini qui - dice Cliff Hodge, giocatore dei Meralco Bolts -. Quando giochiamo qui c'è un sacco di pubblico, è bello giocare davanti a loro".

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