Guerra Israele Hamas, due corridoi per l'evacuazione di Gaza nord

Soccorritori a Gaza
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A una settimana dallo scoppio del conflitto, Israele prepara l'offensiva terrestre a Gaza. Nella striscia l'emergenza umanitaria è senza precedenti secondo le Nazioni unite

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Il tempo passa e la violenza aumenta. A una settimana dello scoppio del conflitto tra Hamas e Israele proseguono l'assedio totale e i bombardamenti su Gaza, per gli oltre un milione di cittadini palestinesi residenti nel nord della Striscia stanno per scadere le 24 ore concesse da Israelel per evacuare.

Con un Tweet l'Idf ha avvertito i residenti di Gaza city che tra le 10:00 e le 16:00 garantirà l'evacuazione in sicurezza dei civili attraverso due strade (una costiera e una interna). "Per la tua sicurezza, approfitta del breve tempo per spostarti a sud, da Beit Hanoun a Khan Yunis. Se tieni a te stesso e ai tuoi cari, vai a sud come ti è stato detto. Anche i residenti della spiaggia, e a ovest di Zeitoun potranno spostarsi sulle strade Daldul e Al-Sana verso le strade Salah Al-Din e Al-Bahrù", si legge nel tweet.

L'ultimatum prima dell'offensiva via terra di Gaza scade alle 16:00 ora locale.

Nel frattempo continua il fuoco incrociato tra tra i miliaziani di Hezbollah e le forze di difesa israeliane al confine tra Israele e il Libano. E le Nazioni unite mettono in guardia dal rischio di allargamento del conflitto.

E in attesa di un'operazione di terra su larga scala a Gaza, è cominciata una serie di raid mirati delle forze speciali israeliane sulla Striscia che ha recuperato i corpi di alcuni ostaggi rapiti nel corso dell'attacco dello scorso 7 ottobre. 

L'emergenza umanitaria da Gaza alla Cisgiordania

Nella notte, l’ufficio umanitario delle Nazioni Unite, Ocha, ha comunicato che decine di migliaia di persone hanno lasciato il nord di Gaza sfollando a sud come ordinato dall'esercito israeliano. Prima dell'ordine almeno 423.000 persone erano state costrette ad abbandonare le loro abitazioni a causa degli incessanti bombardamenti israeliani che hanno colpito la popolazione civile oltre che gli obiettivi di Hamas.

L'ordine di evacuazione del nord di Gaza riguara 1,1 milioni di persone, che Hamas ha esortato a rimanere. Il segretario generale delle Nazioni unite, António Guterres, ha affermato che l’ordine, da eseguire in 24 ore, è “estremamente pericoloso, e in alcuni casi semplicemente impossibile” da realizzare. A rischio soprattutto le persone più vulnerabili: malati, anziani, feriti e bambini.

Oltre alla guerra è la mancanza d'acqua a minacciare la vita di più di 2 milioni di persone, spiega l'agenzia Onu Unrwa: “È diventata una questione di vita o di morte. È un dovere; il carburante deve essere consegnato ora a Gaza per rendere l'acqua potabile”, ha affermato Philippe Lazzarini, commissario generale dell’UNRWA. "In caso contrario, le persone inizieranno a morire di grave disidratazione, tra cui bambini piccoli, anziani e donne. L’acqua è ormai l’ultima ancora di salvezza rimasta. Chiedo che l’assedio agli aiuti umanitari venga revocato adesso".

Una minaccia, il blocco dei beni di prima necessità alla popolazione civile, dichiarata illegale dalle Nazioni unite e per la quale non esistono corridoi di uscità sicuri.

Il conto dei morti palestinesi è salito a 2.215 di cui 614 bambini e 370 donne, 8.714 i feriti. Secondo il ministero della Sanità di Gaza nelle ultime 24 ore gli attacchi israeliani hanno ucciso 256 persone e causato 1.788 feriti. L'ufficio stampa di Hamas ha anche informato che gli attacchi aerei israeliani hanno colpito i convogli in fuga da Gaza City, uccidendo 70 persone, soprattutto donne e bambini.

La violenza contro i civili palestinesi sta aumentando anche in Cisgiordania. In numerose città dei territori occupati dopo la preghiera del venerdì centinaia di manifestanti hanno protestato contro il massacro in corso a Gaza. Sedici persone sono rimaste uccise dal fuoco delle forze israeliane, portando il totale a 54 in una settimana. Almeno 40 i feriti, e una settantina di persone rimaste intossicater dai gas lacrimogeni.

Nei giorni scorsi il ministro israeliano per la Sicurezza Nazionale di ultradestra Ben Gvir (nel video di seguito mentre distribuisce armi) ha presentato un programma per l'acquisto di 26mila fucili da consegnare ai coloni che occupano illegalmente la Cisgiordania. Nel suo account twitter il ministro ha dichiarato che 2mila unità sono già state distribuite.

Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato questa mattina che un aereo con forniture mediche è atterrato ad Arish, in Egitto, vicino al valico di Rafah con Gaza: "Siamo pronti a distribuire il materiale non appena sarà stabilito il cooridoio umanitario attraverso il valico. Rinnoviamo il nostro appello a Israele affinché riconsideri la decisione di evacuare 1,1 milioni di persone. Sarà una tragedia umana".

Gli ostaggi Israeliani

Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, i corpi di diversi israeliani sono stati recuperati a Gaza da raid dell'esercito israeliano.

Il rapporto cita il portavoce dell'Idf Daniel Hagari che afferma che le truppe hanno anche trovato indizzi che potrebbero condurre ad altri israeliani scomparsi. Durante i raid, l’esercito israeliano ha anche “distrutto infrastrutture e cellule terroristiche, inclusa un’unità di Hamas che ha lanciato missili anticarro verso Israele”.

L’esercito israeliano ha dichiarato questa mattina di aver confermato che più di 120 civili sono tenuti in ostaggio a Gaza da Hamas.

Giornalisti sotto attacco

Non accenna a diminuire la tensione anche al confine tra Israele e il Libano, dove prosegue il fuoco incrociato tra i miliziani di Hezbollah e l'Idf. Nella mattina di sabato Reuters ha riportato che che l'esercito israeliano afferma di aver ucciso con un drone alcuni miliziani che cercavano di infiltrarsi dal Libano.

Venerdì un video giornalista della Reuters è rimasto ucciso da un missile proveniente da Israele, che ha ferito altri sei colleghi. La vittima è Issam Abdallah, il gruppo di giornalisti, compresi quelli di Al Jazeera e dell'Agence France-Presse, stava lavorando vicino ad Alma al-Shaab, vicino al confine israeliano, dove l'esercito israeliano e la milizia libanese Hezbollah si sono scambiati il ​​fuoco negli scontri al confine.

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Giovedì la Bbc aveva affermato che tre dei suoi giornalisti erano stati aggediti e trattenuti sotto tiro dalla polizia di Tel Aviv mentre viaggiavano a bordo di un mezzo "chiaramente appartenente alla stampa. Il network britannico ha raccontato che la squadra è stata “trascinata fuori dal veicolo”, perquisita e spinta contro un muro durante il fermo. Uno dei giornalisti ha detto che quando ha cercato di filmare l'incidente, un agente ha gettato a terra il suo telefono.

Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti, prima dell'incidente di venerdì, dall'inizio della guerra erano stati uccisi almeno dieci giornalisti.

Sabato mattina la sede della Bbc a Londra è stata vandalizzata poco prima di una marcia pro-palestina. Ingresso e facciata sono stati imbrattati con vernice rossa. Nei giorni scorsa l'emittente era stata criticata per la scelta editoriale di non definire terroristi i miliziani di Hamas. La polizia ha affermato che per il momento non esistono sufficienti indizi per collegare l'atto vandalico a un particolare gruppo di protesta.

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