Haiti, una missione internazionale per combattere le bande criminali

Le banche criminali imperversano ad Haiti
Le banche criminali imperversano ad Haiti Diritti d'autore Odelyn Joseph/Copyright 2023 AP. All rights reserved
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Di Andrea Barolini
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La situazione ad Haiti è diventata insostenibile. Le bande criminali sono sempre più forti e per questo l'Onu ha deciso di dispiegare una forza internazionale, che però non sarà formata da caschi blu

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La decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di dare il via libera a una forza multinazionale per aiutare la polizia di Haiti a contrastare le bande criminali rappresenta "un barlume disperanza" per un'isola devastata dalla violenza. A spiegarlo è stato il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, che ha sottolineato come la crisi sull'isola caraibica siapeggiorata nell'ultimo anno, con le gang divenute "più numerose e meglio armate". 

I militari non saranno caschi blu dell'Onu

La decisione di inviare una forza internazionale ad Haiti è arrivata nella serata di lunedì 2 ottobre. L'ultima volta che è stata effettuata una missione nella nazione dell'America centrale fu nel periodo compreso tra il 2004 e il 2017 (la Miunstah). Stavolta, tuttavia, i militari dispiegati sul posto non porteranno le insegne delle Nazioni Unite. Una scelta figlia di una serie di valutazioni politiche: prima di tutte quella legata alla difficile accettazione di eventuali caschi blu da parte della popolazione. Furono infatti membri della Minustah a portare sull'isola il colera: ne scaturì una devastante epidemia, che provocò la morte di 10mila persone

La risoluzione che dà il via libera alla missione ha ottenuto 13 voti a favore e due astensioni: quelle di Russia e Cina. Inizialmente, i militari saranno chiamati a presidiare le strade di Port-au-Prince e delle altre città haitiane per un periodo di dodici mesi, al nono dei quali verrà effettuata una valutazione da parte delle stesse Nazioni Unite e del governo di Haiti. 

Il Kenya potrebbe guidare la forza internazionale ad Haiti

La guida della missione potrebbe essere assunta dal Kenya, che nello scorso mese di luglio ha affermato di essere pronto ad inviare sul posto mille soldati (non è ancora noto, però, quanto sarà ampio il contingente). I militari si occuperanno in particolare di proteggere porti, scuole, ospedali, stazioni e aeroporti, garantendo sicurezza sul territorio. Avranno modo di procedere anche ad arresti.

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