Il commissario europeo al Commercio in visita ufficiale a Shangai ha chiesto "condizioni più eque" per l'accesso al mercato cinese. Il Vecchio continente soffre di un deficit commerciale di 400 miliardi di euro
L'Unione europea ha bisogno di "proteggersi meglio da chi approfitta del suo mercato aperto". Il commissario europeo per il Commercio Valdis Dombrovskis in visita ufficiale in Cina per 3 giorni, mette in chiaro la linea tracciata da Bruxelles per alleviare i rischi degli squilibri del commercio bilaterale tra l'economia europea e Pechino.
L'economia dei 27 mostra un deficit di 400 miliardi di euro ogni anno nel saldo della bilancia commerciale con Pechino. Un pericolo che espone l'Unione europea non solo a forti dipendenze in catene del valore considerate strategiche, ma anche all'instabilità dei cicli dell'economia cinese, che fatica a riprendersi dopo le restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19.
"La nostra recente strategia sulla sicurezza economica mira a massimizzare i benefici dell'apertura, riducendo al minimo le nostre dipendenze e vulnerabilità strategiche", ha affermato Dombrovskis intervenendo al Bund Summit, conferenza che ogni anno apre il confronto su temi economici a centinaia di esperti e responsabili di governo.
"Siamo favorevoli alla concorrenza globale, ma deve essere condotta in modo equo", ha aggiunto il vicepresidente della Commissione europea.
L'esecutivo europeo vuole convincere Pechino ad aprire il suo enorme mercato di oltre 1,4 miliardi di persone per permettere alle aziende del Vecchio continente di sfruttare gli stessi vantaggi di cui gode la controparte cinese. Il modello economico cinese continua a concentrarsi fortemente sugli investimenti orientati all'esportazione, mentre la domanda interna è fortemente sottodimensionata rispetto ai suoi margini di sviluppo.
"Riteniamo che la Cina debba gestire un impegnativo processo di aggiustamento macroeconomico che la porti verso un modello di crescita più sostenibile", ha affermato.
E Dombrovskis ha presentato la strada che Pechino dovrebbe seguire: fare maggiore affidamento sulla domanda interna, ridurre l'elevato debito delle imprese e delle amministrazioni locali, migliorare il contesto imprenditoriale, rispettare gli impegni assunti in materia di cambiamento climatico.
Durante la sua visita in Cina Dombrovskis presidierà insieme al suo omologo e vicepremier He Lifeng, il decimo dialogo economico e commerciale di alto livello Ue-Cina. Poi incontrerà anche il ministro per il Commercio Wang Wentao.
Il confronto sull'avvio di un indagine europea sull'impatto dei sussidi statali cinesi al settore delle auto elettriche annunciata dalla Commissione europea sarà invetabile. L'esame potrebbe aprire la strada all'adozione di misure restrittive per favorire lo sviluppo dell'industria europea. La parola d'ordine è de-risking, eliminare i pericoli della dipendenza da Pechino, senza staccare la spina.