Trump in tribunale a Washington D.C.: con le nuove accuse rischia fino a 55 anni di carcere

L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump
L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump Diritti d'autore Alex Brandon/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Michela Morsa
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Quattro le accuse contro di lui per aver tentato di ribaltare l'esito delle elezioni presidenziali del 2020, tutte di cospirazione e ostruzione. L'ex presidente degli Stati Uniti si è dichiarato non colpevole

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Donald Trump è comparso (per l'ennesima volta) in tribunale, questa volta a Washington D.C. e (per l'ennesima volta) si è dichiarato non colpevole. 

L'ex presidente degli Stati Uniti è arrivato nel pomeriggio di giovedì presso la sede del tribunale federale del Distretto di Columbia, molto vicina al Campidoglio, per ascoltare le accuse a suo carico per aver presumibilmente cercato di ribaltare l'esito delle elezioni presidenziali del 2020. 

La giudice Moxila Upadhyaya ha letto le quattro accuse contro di lui: cospirazione per frodare gli Stati Uniti, cospirazione per ostacolare un procedimento ufficiale, ostruzione e tentativo di ostacolare un procedimento ufficiale e cospirazione contro i diritti.

Per il primo di questi capi d'accusa potrebbe rischiare una condanna massima di cinque anni di carcere, 20 anni sia per il secondo che per il terzo, e 10 anni per il quarto, per un totale di 55 anni di pena massima. 

Il tycoon, 77 anni, si è dichiarato non colpevole anche nei due precedenti procedimenti penali a suo carico, aperti nelle scorse settimane. 

Trump è stato già incriminato a New York per aver presumibilmente corrotto l'attrice porno Stormy Daniels, con cui ha avuto una relazione in passato, durante la campagna elettorale del 2016 per comprare il suo silenzio, e in Florida per aver preso e conservato illegalmente documenti riservati della Casa Bianca nella sua villa di Mar-a-Lago.

Nel caso attuale, è imputato per i fatti accaduti tra le elezioni del 3 novembre 2020, perse contro il democratico Joe Biden, e il 6 gennaio 2021, quando una folla di suoi sostenitori ha preso d'assalto il Campidoglio mentre era in corso una sessione delle due camere del Congresso per ratificare la vittoria del suo avversario.

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