Nell'area che ospita circa 55 mila palestinesi le violenze non sono rare. Oltre 70 i feriti totali di due sparatorie
Il campo profughi di Ain Al-Hilweh, nella città libanese di Sidone, è stato per ore tempestato dagli scontri a fuoco tra la fazione palestinese di Fatah e altri gruppi rivali presenti nel luogo.
Le violenze hanno avuto inizio lo scorso sabato 29 luglio, quando un primo attacco finalizzato a uccidere un militante fondamentalista ha provocato la morte di un uomo posto alla sua protezione appartenente al gruppo terroristico di al-Shabab.
Un successivo raid nella mattinata di domenica ha provocato la morte di un ufficiale della sicurezza del gruppo Fatah, Abu Ashraf Al-Armoushi, e di altri 4 uomini a lui vicini. I proiettili vaganti e le granate hanno colpito negozi e case in più zone del campo provocando 40 ricoveri e ferendo lievemente un'altra cinquantina di persone. Un proiettile ha colpito anche Piazza dei Martiri nel centro di Sidone, un altro una struttura della polizia ferendo un agente. Diverse famiglie hanno lasciato il campo dopo le sparatorie e decine di persone si sono rifugiate in una moschea vicina.
I combattimenti si sono attenuati nelle ore successive senza mai cessare del tutto. Un accordo sul cessate il fuoco è stato raggiunto in un incontro mediato da rappresentanti del gruppo filo-iraniano Hezbollah e del movimento sciita Amal, suo alleato.
Gli scontri tra i gruppi rivali sono frequenti ad Ain al-Hilweh, che ospita più di 54 mila rifugiati palestinesi, ai quali si sono aggiunti negli ultimi anni migliaia di palestinesi in fuga dal conflitto civile in Siria. L'incidente è avvenuto circa due mesi dopo che scontri simili avevano ucciso un membro di Fatah nello stesso campo.