Zelensky in Bulgaria per sfidare lo scetticismo sul supporto militare

Volodymyr Zelensky in Bulgaria. Botta e risposta con l'omologo Rumen Radev
Volodymyr Zelensky in Bulgaria. Botta e risposta con l'omologo Rumen Radev Diritti d'autore Valentina Petrova/Valentina Petrova
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Di Gianluca Martucci
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Il Paese balcanico è tra gli Stati europei con l'opinione pubblica più scettica sulla fornitura di armi a Kiev. A Sofia il presidente ucraino ottiene sostegno politico per l'adesione alla Nato, ma al vertice di Vilnius non ci sarà un invito formale

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"Vorrei esprimere la nostra solidarietà al popolo ucraino e alle vittime in questa crudele guerra che continua a infuriare: fin dal primo giorno ho condannato l'aggressione contro il vostro Paese, ma sono contrario alla fornitura di armamenti e munizioni, soprattutto dalle riserve dell'esercito bulgaro, perché come presidente ho il dovere di non ridurre le capacità di difesa della Bulgaria". 

Questo uno dei punti sollevati dal presidente bulgaro Rumen Radev durante il confronto con l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky arrivato a Sofia in visita ufficiale per ottenere il sostegno politico della leadership bulgara nell'adesione di Kiev alla Nato e ulteriore supporto militare per una controffensiva "rallentata"

La Bulgaria è uno dei Paesi europei con i più alti livelli di scetticismo sull'assistenza militare all'Ucraina. Culturalmente vicina a Mosca, l'opinione pubblica si è detta a favore della fornitura di armi all'Ucraina solo per il 35%, secondo quanto è emerso da un sondaggio del Parlamento europeo. E le dichiarazioni del presidente bulgaro sono uno specchio della divisione a livello popolare. "Purtroppo questo conflitto non ha una soluzione militare, sono necessari sforzi coerenti per ridurre l'escalation", ha sottolineato Radev, che appartiene al partito socialista.

"Dio non voglia che lei sia al mio posto in una tragedia come la nostra: se le persone con le quali lei condivide valori comuni non prestassero aiuto con le armi cosa farebbe? Direbbe a Putin di prendersi il vostro territorio?", ha provocato Zelensky. 

A fare da contraltare alle perplessità di Radev è stato il nuovo premier bulgaro Nikolai Denkov sostenuto dai conservatori e dai centristi. Con lui Zelensky ha firmato una dichiarazione congiunta di appoggio all'adesione di Kiev alla Nato in vista del vertice di Vilnius di martedì 11 e mercoledì 12 luglio che radunerà i capi di Stato e di governo dell'alleanza transatlantica.  La Bulgaria, ha affermato Denkov, "non può restare in disparte rispetto a ciò che sta accadendo a poche centinaia di chilometri dal suo confine". 

L'allineamento è totale anche da parte del neo ministro della Difesa Todor Tagarev. Per superare lo scetticismo a livello nazionale Sofia ha dovuto servirsi di alcuni intermediari internazionali per consegnare armi a Kiev dall'inizio della guerra. Tagarev vuole dare nuovo impulso e aumentare le consegne dirette all'esercito ucraino.

E il parlamento bulgaro non sembra essere eccessivamente indeciso. La dichiarazione votata dall'aula mentre il presidente ucraino svolgeva la sua visita a Sofia ha ottenuto 157 voti a favore

Il Paese balcanico si ritrova anche schierato dal punto di vista geografico a sostegno dell'accordo mediato dall'Onu e dalla Turchia che permette l'esportazione sicura dei cereali ucraini in partenza dal Mar Nero. La prossima scadenza dell'accordo è ora fissata al 17 luglio. Anche per questo motivo Zelensky si recherà in Turchia venerdì 7 luglio.

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