Manifestazione di protesta contro l'Agenzia europea Frontex e contro la Guardia Costiera ellenica, accusate di non essere intervenute tempestivamente per evitare il naufragio del peschereccio al largo della costa di Pylos e per salvare centinaia di vite umane
Cresce la protesta in Grecia.
Dopo la manifestazione dei giorni scorsi ad Atene, contro la politica migratoria europea, domenica 18 giugno - al porto del Pireo - circa 200 persone hanno marciato verso gli uffici dell'Agenzia europea Frontex e della Guardia Costiera ellenica, protestando per la gestione del naufragio della scorsa settimana al largo della costa di Pylos, nel Mar Egeo.
Nel mirino, soprattutto la Guardia Costiera greca, che - secondo i manifestanti - sarebbe dovuta intervenire prima per aiutare a portare in salvo i migranti.
Circa 750 migranti, tra uomini, donne e bambini, provenienti da Siria, Egitto, Territori palestinesi e Pakistan, erano a bordo della nave - partita da Tobruk, in Libia - che cercava di raggiungere l'Europa, quando è affondata.
Una funzione religiosa si è svolta domenica presso il porto di Kalamata, in memoria delle vittime.
Si teme che più di 500 migranti siano annegati, sebbene siano stati recuperati solo 78 corpi.
Ad oggi sono stati salvati 104 sopravvissuti.
Nove i "trafficanti" arrestati in Grecia, altri dieci in Pakistan, comunque collegati in qualche modo al naufragio di Pylos.
Il video che inchioda la Guardia Costiera: "Il peschereccio era fermo"
La Guardia Costiera greca e i funzionari del governo di Atene affermano che le loro motovedette e le vicine navi mercantili stavano seguendo il peschereccio, dopo che era stato avvistato da un aereo di sorveglianza di Frontex.
L'assistenza offerta, questa la versione ufficiale, sarebbe stata rifiutata da qualcuno a bordo del peschereccio, in rotta verso l'Italia.
Secondo la Guardia Costiera, l'imbarcazione era in navigazione e non ferma in mezzo al mare.
Il portavoce della Guardia Costiera, Nikos Alexiou, aveva negato l'esistenza di immagini precedenti la tragedia, ma è stato smentito da un video girato da una nave cargo maltese, in cui si vede il peschereccio dei migranti, stracolmo, fermo in mezzo al mare.
Secondo quanto riportato anche dalla BBC, il peschereggio sarebbe rimasto fermo per sette ore in mezzo al Mar Egeo, prima di affondare.
Nel video si vede anche un piccolo carico galleggiante trainato dal peschereccio con una fune, probabilmente aiuti o viveri a loro consegnati da un'altra imbarcazione.