Crisi migranti nel Mediterraneo: dalla Tunisia all’Italia, chi si imbarca verso l’Europa?

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Di Monica Pinna
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I migranti che attraversano la rotta del Mediterraneo centrale sono principalmente subsahariani in partenza dalla Tunisia. La nostra inviata Monica Pinna si è recata sul posto per raccontarvi le loro storie.

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La Tunisia è diventata il primo Paese di imbarco per i migranti diretti in Italia dalla fine dello scorso anno. Tradizionalmente utilizzato come via di transito dai migranti, il Paese ha visto progressivamente aumentare il numero di subsahariani in arrivo a causa di conflitti e della crescente insicurezza in Libia. Il governo ha risposto con un giro di vite sui migranti clandestini. 

A febbraio il presidente Kais Saied ha pronunciato un discorso in cui affermava che gli africani subsahariani minacciano l'identità del Paese. Questo ha scatenato un'ondata xenofoba contro gli stranieri che ha reso la vita quasi impossibile alla maggior parte dei migranti.

"Ho perso il lavoro. Ho perso la mia casa. I cittadini tunisini hanno iniziato a cacciarci", mi ha raccontato un migrante sud-sudanese che vive in Tunisia dal 2016. 

"Qui stiamo morendo. Abbiamo bisogno di un posto sicuro. Non ci interessa che sia in Africa o altrove. Vogliamo andarcene"
Rifugiato sud-sudanese a Tunisi
Monica PInna
Sit-in di rifugiati subsahariani di fronte alla sede dell'Agenzia dell'Onu per le Migrazioni (IOM)Monica PInna

I rifugiati con cui ho parlato a Tunisi fanno parte di un gruppo di circa 150 persone accampate da mesi davanti all'agenzia delle Nazioni Unite per le Migrazioni. Chiedono l'evacuazione urgente verso un Paese terzo. Si stima che i subsahariani in Tunisia siano circa 21.000 tra migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Alcuni sono già tornati nei loro Paesi attraverso rimpatri volontari. 

Monica Pinna
Una famiglia di rifugiati yemeniti di fronte alla sede dell'agenzia Onu per le Migrazioni (OIM) a TunisiMonica Pinna

Gli esperti dicono che quanto sta accadendo in Tunisia sta incidendo sul numero di tragedie nel Mar Mediterraneo. Tragedie che continuano a verificarsi e che stanno sconvolgendo l'intera Europa.

"Dopo il discorso del Presidente, molti hanno deciso di accelerare la partenza. Sono fuggiti senza preoccuparsi troppo delle conseguenze", spiega Romdhane Ben Amor, portavoce del Forum Tunisino per la Giustizia Sociale ed Economica.

Non ci sono solo i migranti subsahariani a lanciarsi nella traversata del Mediteraneo centrale. Partono anche i tunisini, per ragioni diverse. L'instabilità politica seguita allo scioglimento del parlamento nel 2020, l'alta disoccupazione giovanile, l'aumento dell'inflazione e dei prezzi dei generi alimentari stanno portando sempre piu’ tunisini a sognare l'Europa.

Bechir ha trentotto anni e un posto fisso, lavora in una pizzeria di un piccolo centro vicino a Sfax. È sposato e padre di due figli. Sta risparmiando per partire.

"C'è una grossa differenza se confronto la vita di oggi con quella di due o tre anni fa. Prima venivo pagato meno, ma riuscivo a risparmiare di più. Oggi non riesco a mettere niente da parte. Si lavora solo per mangiare e vivere", ci racconta Bechir. 

Monica Pinna
Bechir, 38 anni, è disposto ad attraversare il Mediterraneo alla ricerca di nuove prospettive in ItaliaMonica Pinna

La moglie Basma è preoccupata: « Non c’è alcuna certezza che arrivi a destinazione - dice - potrebbe uscirne vivo o morto. Non c’è niente di certo. Vorrei che restasse qui con me, perché è una responsabilità enorme stare qui da sola con due figli".

Dall'inizio del 2023 il numero di arrivi via mare in Europa ha continuato ad aumentare. Oltre 49 mila persone sono approdate in Italia fino a maggio. Erano circa 19 mila nello stesso periodo dell'anno scorso. L'Unione europea e l'Italia hanno reagito fornendo alla Tunisia maggiori aiuti finanziari e tecnici per il controllo delle frontiere. I gruppi per i diritti umani sostengono che la Tunisia non è un Paese sicuro per i migranti e accusano Bruxelles e Roma di voler contenere la migrazione illegale verso l'Europa ad ogni costo.

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