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Ecuador, la protesta delle comunità indigene. Appello del Presidente alla calma

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Di Debora Gandini
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Si allarga la protesta in Ecuador contro il governo neoliberista di Guillermo Lasso

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Si allarga la protesta in Ecuador contro il governo neoliberista di Guillermo Lasso.  Lo sciopero nazionale indetto dalla Confederazione delle Nazionalità Indigene del paese (CONAIE) prosegue da quasi una settimana con manifestationi, cortei e tensioni, nella capitale Quito, dove sono arrivati migliaia di membri delle comunità. Le mobilitazioni iniziate lunedì. rischiano di mandare in tilt la città nonostante gli appelli delle autorità locali.

In un contesto particolarmente delicato, anche a causa della crisi economica, è intervenuto il presidente Guillermo Lasso, lanciando un nuovo appello per chiedere la fine delle proteste. In un messaggio televiso Lasso ha ringraziato le diverse organizzazioni che hanno manifestato il loro interesse a mediare per un possibile dialogo tra il governo e i manifestanti, ricordando che per il Paese, bloccato per lunghi mesi dalla pandemia, una nuova "serrata" sarebbe un disastro.

“Ora sarà la procura ad agire perché nessuno è al di sopra della legge”, ha detto Lasso in un video diffuso su Twitter. “Gli ecuadoriani non possono essere vittime di vandali che vogliono solo provocare il caos. Ora che abbiamo iniziato a riattivarci non possiamo fermarci di nuovo. 

La Conaie aveva a sua volta lanciato un appello a “intensificare le proteste per la dignità della nostra lotta”. Le altre organizzazioni indigene, parte dell'organizzazione delle proteste, hanno accusato il presidente di "criminalizzare la protesta sociale" invitando le autorità ad arrestare anche i rispettivi dirigenti.

Intanto è tornato in libertà Leonidas Iza, leader dell’organizzazione indigena e promotore delle proteste contro l'aumento del prezzo del carburante, arrestato con l’accusa di aver paralizzato la rete dei trasporti pubblici. Dopo essere stato rilasciato, il leader della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador si è rivolto ai suoi sostenitori e ha chiarito che si proseguirà comunque con la mobilitazione in difesa delle dieci richieste avanzate dal popolo al Governo.

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