Trentaquattro anni dopo condannato il capo dello stato che dopo il putsch rimase 27 anni al potere
Trentaquattro anni dopo l'assassinio dell'allora presidente del Burkina Faso, Thomas Sankara, trucidato insieme a 12 suoi compagni durante un colpo di stato, è stato condannato all'ergastolo l'ex presidente Blaise Compaorè, che dopo l'omicidio Sankara rimase al potere per 27 anni, dal 2014, e in seguito a una sollevazione popolare, vive in esilio in Costa d'Avorio. Insieme a lui condannati all'ergastolo anche il capo della guardia presidenziale e uno dei capi militari dell'epoca.
Il colpo di stato venne condotto proprio da Compaorè, che fino a quel momento era il più stretto collaboratore di Sankara. La sollevazione militare mise fine a un governo rivoluzionario che si batteva per la cancellazione del debito estero dei paesi africani, considerandolo uno strumento neocoloniale per il dominio degli stati appena divenuti indipendenti.
L'esperienza politica di Sankara, durata quattro anni, da subito ha sollevato le reazioni negative dei paesi occidentali, Stati Uniti e Francia in testa. Quest'ultimo paese, nonostante una esplicita promessa in tal senso del presidente Macron, non ha ancora reso accessibili molti documenti relativi all'uccisione si Sankara e attualmente coperti dal segreto della Difesa nazionale.