La travolgente vittoria di Vucic in Serbia sembra avvenire nel disinteresse dell'Unione Europea

La travolgente vittoria di Vucic in Serbia sembra avvenire nel disinteresse dell'Unione Europea
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Di Alberto De Filippis
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Deboli e divise le opposizioni, che già avevano abbandonato il Parlamento nel gennaio dello scorso anno e che in larga parte hanno deciso di boicottare il voto di in protesta contro le politiche "autoritarie" del presidente Vucic. Che ringrazia.

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Che cosa è successo in Serbia. dopo le elezioni di questa domenica il vincitore è stato il Partito progressista (Sns) del presidente Aleksandar Vucic, da dieci anni al potere. Secondo i risultati che dovrebbero essere definitivi, ma da queste paeti non si è può essere mai totalmente sicuri, avrebbe ottenuto il 63% dei voti. Al secondo posto, con il 10% circa il Partito socialista (Sps), già alleato al governo con il Sns. Al terzo l’Alleanza patriottica, una formazione conservatrice di destra. Tutti gli altri partiti si sono tenuti sotto lo sbarramento del 3%. L’Sns potrà dunque governare da solo, ma per avere piû facilità di movomento allargherà molto prrobabilmente la coalizione ai socialisti di Ivica Dacic, il ministro degli Esteri. Una strategia in atto dal 2012.

Nel nuovo Parlamento siederanno di diritto che i partiti delle minoranze. Saranno loro, di fatto, l'opposizione. Per quale motivo? Perché i partiti che avrebbbero dovuto rappresentare la vera opposizione politica hanno scelto di boicottare. Soprattutto Alleanza per la Serbia, la forza principale del fronte anti-Vucic. L'accusa era che Vucic esercita un potere enorme, senza limiti per questo le opposizioni hanno pensato che fosse addirittura inutile partecipare.

Ma come funziona la politica in Serbia? Vucic è il cervello di un sistema che vede lo Sns come longa manus di una sorta di partito-stato. Il controllo è totale visto che lo Sns, a parte quattro comuni, controlla praticamente tutto, oltre amagistratura, agenzie di sicurezza, enti locali e ovviamente istituzioni. Non è che lo Sns, o chi ne faccia parte, siano automaticamente corrotti, ma un potere così smisurato ha esasperato molti serbi.

L'iter politico di Aleksandar Vucic è stato quello di un giovane ultranazionalista del Partito radicale (Srs) di Vojislav Seselj, poi condannato dalla giustizia internazionale per crimini di guerra. Durante la guerra del Kosovo lo Srs collaborò strettamente con il Partito socialista di Slobodan Milosevic al governo. Vucic divenne ministro dell’Informazione. Molti dei collaboratori di ieri lo sono ancora oggi.

La Serbia di Vucic è una specie di ossimoro: negozia l’adesione all’Unione europea, non viene dall'esplosione della Yugoslavia di Tito ed è in sostanza un paese moderno.

L’involuzione democratica serba è legata a doppio filo alle scelte di Vucic. Senza dimenticare gli errori compiuti dall'Unione Europea che non ha nemmeno saputo contrare l'attivismo in primis della Cina.

I canali cinesi hanno ovviamente gioito della vittoria di Vucic che promette di lasciare intatto lo status quo

Intanto Vucic è riuscito ad accordarsi persino con i vecchi nemici di uun tempo. Vucic e Thaci si stanno accordando per risolvere una volta per tutte la questione kosovara. La Serbia potrebbe riconoscere l’ex provincia, indipendente dal 2008, sulla base di uno scambio di territori: alla Serbia il nord del Kosovo, a maggioranza serba; al Kosovo il sud serbo, a maggioranza albanese. A benedire l’accordo, Donald Trump. Il tutto nell'assoluta mancanza di Bruxelles che si fa ancora notare per la sua assenza in un evento, i dialoghi serbo-kosovari, che meriterebbo maggior attenzione da parte di Bruxelles.

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