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La Romania aprirà un museo dell'Olocausto

La Romania aprirà un museo dell'Olocausto
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Di Euronews, Reuters
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La Romania era patria per 750mila ebrei prima della guerra; oggi ne rimangono solo 8-10mila. Il paese, alleato della Germania nazista fino al 1944, contribuì allo sterminio.

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Dopo più di 70 anni dalla fine della seconda Guerra mondiale, il presidente rumeno Klaus Iohannis ha dato il via libera martedì 8 ottobre per la creazione del primo museo nazionale dell'Olocausto a Bucarest.

Nel 2004, una commissione internazionale guidata dal premio Nobel Elie Wiesel ha concluso che il numero di rumeni e ucraini uccisi in Romania e nelle aree controllate dal paese, alleato della Germania nazista, sia stimabile tra i 280mila e i 380mila. Sarebbero 11mila i rom sterminati tra il 1940 e il 1944. 

**Per approfondire **➡️ Olocausto in Romania: una storia nazionale ancora da costruire

La Romania ha iniziato solo di recente a fare i conti con il suo ruolo nello sterminio degli ebrei, ammettendo una sua partecipazione all'Olocausto per la prima volta nel 2003. Il nuovo museo, coordinato dall'Istituto Elie Wiesel per lo studio dell'Olocausto in Romania, ha lo scopo di promuovere la storia, la cultura e le tradizioni degli ebrei nel paese e di evidenziare il loro contributo alla modernizzazione della società rumena.

Già nel 2017 il governo rumeno aveva dato piena disponibilità al progetto di realizzazione del museo.

"Lo stato rumeno dimostra coerenza nel raggiungere l'obiettivo di recuperare la memoria dell'Olocausto, rafforzare l'educazione sull'Olocausto e combattere l'antisemitismo", ha affermato Iohannis ai membri dell'Istituto Wiesel e ai leader della comunità ebraica locale.

Il museo sarà situato in un edificio di otto piani di 8mila metri quadrati, costruito nel 1943-1946 dalla casa produttrice di pneumatici Banloc-Goodrich per i suoi dipendenti. Sarà situato sul viale centrale Calea Victoriei.

La Romania ha fatto il salto della barricata durante la guerra nel 1944 durante l'avanzata dell'Armata Rossa sovietica nei Balcani. Il regime comunista che prese il potere non si mostrò mai troppo interessato ad indagare i crimini nazionali contro gli ebrei. 

La Romania era patria per 750mila ebrei prima della guerra; oggi ne rimangono solo 8-10mila.

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