Koat Reath, dieci anni di insegnamento sulle spalle, sud sudanese e rifugiato in Etiopia. Insegna, da volontario, ai bambini rifugiati del suo paese nella scuola del villaggio di Jewi.
Il coro è formato dalle voci dei bambini della scuola elementare nel campo per rifugiati sud-sudanesi di Jewi nell’Etiopia occidentale. A dirigerlo è Koat Reath, dieci anni di insegnamento sulle spalle, anche lui sud sudanese e rifugiato. Insieme ai suoi bambini condivide non solo l'amore per l'apprendimento. Come loro anche Koat è vittima di una guerra che ha costretto a fuggire più di due milioni di sud-sudanesi.
Lui e la sua famiglia, moglie e cinque figli, sono fuggiti in Etiopia nel 2015 e da allora ha deciso di mettersi a disposizione come volontario per aiutare i bambini a recuperare gli anni scolastici che hanno perso a causa del conflitto da cui sono riusciti a scappare.
KOAT REATH
"Insegno a questi bambini a colorare i loro sogni che sono quelli di tutti i bambini: essere un dottore, un presidente, un pilota. Forse non lo diventeranno mai, ma io li voglio preparare per costruire un buon futuro nel Sud del Sudan"
Koat è consapevole del vuoto educativo che deve colmare. Solo due terzi dei bambini sud-sudanesi in Etiopia hanno accesso alla scuola primaria e la stragrande maggioranza, di questi, l’86%, non può frequentare la scuola secondaria. Le classi sono sovraffollate, non ci sono abbastanza libri di testo, ma Koat non si lamenta e soprattutto non perde mai il sorriso di fronte ai suoi alunni.
Molti suoi colleghi hanno mollato. Troppo pochi 805 birr etiopi al mese, l'equivalente di 27 dollari. Lui no, gli insegna a cantare perchè non si annoino, il resto è una missione da portare avanti con orgoglio. Resto, dice, "perché bisogna insegnare ai nostri figli come essere i campioni di domani".