Venerdi hanno incrociato le braccia i dipendenti dei Trasporti Pubblcii parigini che, in base alla riforma proposta da MAcron, andrebbero in pensione a 62 anni come tutti gli altri lavoratori del comparto pubblico e non a 52 come previsto attualmente.
Sono i pendolari di Parigi i primi a subire le conseguenze del braccio di ferro tra il Presidente Macron e i sindacati dei trasporti francesi sulla riforma delle pensioni. Una riforma che cancellerebbe la possibilità dei lavoratori del settore di andare in pensione a 52 anni, cioè dieci anni prima del resto del comparto pubblico.
"Il settore dei trasporti parigini non gode di nessun privilegio, come dicono i media. La possibilità di andare in pensione prima degli altri - spiega un lavoratore - è una compensazione per le difficili condizioni di lavoro che ogni giorno i lavoratori devono affrontare nell' offrire un servizio pubblico.
Lo sciopero, che secondo le organizzazioni dei lavoratori potrebbe essere il piu' partecipato dal 2007, ha paralizzato 10 delle 16 linee della metro, lasciando a piedi migliaia di persone costrette a raggiungere il posto di lavoro con mezzi alternativi. Un segnale per l'Eliseo e il Presidente Emmanuel Macron, che intende ridurre i 42 diversi regimi pensionistici francesi a un un unico sistema basato su punti. Una nuova stagione di scioperi potrebbe provocare non pochi problemi al presidente, già indebolito politicamente dalle proteste dei gilet gialli.
"E' stato il primo sciopero contro la riforma delle pensioni - racconta l'inviato di Euronews a Parigi Guillaume Desjardins - Lunedi, toccherà ad avvocati, medici, infermiere e piloti incrociare le braccia. l 21 e il 24 settembre, poi, i sindacati CGT e Force Ouvriere, hanno indetto un'altra manifestazione contro la tanto discussa riforma".