La polizia spara sulla folla
Cannoni ad acqua e la polizia che utilizza armi. Dopo oltre due mesi di contestazioni pro democrazia ad Hong Kong, si sono registrati gli scontri più violenti da quando i manifestanti hanno deciso di scendere in strada per chiedere più democrazia, maggiore indipendenza da Pechino e il blocco di una legge di estradizione che permetterebbe agli avversari del sistema cinese di essere processati in Cina. Hong Kong è una regione amministrativa a statuto speciale che gode ancora, come ex colonia britannica di speciali privilegi che, da quando è passata sotto il totale controllo cinese, rischia di perdere.
"Abbiamo cercato di protestare pacificamente", dice un manifestante, "ma non siamo stati ascoltati. La polizia diventa sempre più violenta".
Per settimane i manifestanti hanno ad esempio occupato lo scalo aeroportuale, permettendo tuttavia l'arrivo e il passaggio dei passeggeri. Alcune compagnie aeree hanno promesso il licenziamento di chi avesse solidarizzato con le proteste. Proteste che sono diventate sempre più pressanti.
I manifestanti hanno anche distrutto alcune telecamere recentemente installate in cittâ. Si tratta di sofisticati apparecchi a riconoscimento facciale che identificano immediatamente i manifestanti che possono quindi essere perseguiti.