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Apollo 11: l'italiano che lesse la roccia della Luna

Apollo 11: l'italiano che lesse la roccia della Luna
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Di Euronews
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Dallo studio dei campioni le ricerche sull'origine del sistema solare

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La storia del sistema solare è scritta nella roccia, basta saperla leggere. Un'intuizione, quella di Giovanni De Maria, Professore Emerito di Chimica Fisica alla Sapienza di Roma, che suona ancor più rivoluzionaria se si considera che correva l'anno 1969 e la roccia presa in considerazione era quella dei campioni lunari della missione Apollo 11. Su quasi 10.000 progetti per studiare i reperti, la NASA ne accettò 51, tra cui quello dello scienziato italiano, intervistato per Euronews da Giorgia Orlandi.

"50 anni fa, grazie allo sbarco sulla Luna, sono stati riportati alcuni campioni di roccia lunare e ho avuto l'idea di utilizzarli per contribuire a migliorare la conoscenza della "nebulosa primordiale" da cui provengono i corpi solidi solari - spiega De Maria - la creazione del sistema solare risale a quasi 4 miliardi di anni fa: fu allora che la terra e altri pianeti furono creati. L'idea di vaporizzare un campione lunare ha permesso di comprendere la nebulosa primordiale, da cui provengono tutti i pianeti e di conoscere la composizione delle molecole".

Da Houston fu quindi inviato a Roma un campione di roccia lunare, custodito in un piccolo contenitore cilindrico:  la vaporizzazione del reperto, avvenuta a una temperatura di circa 1000°C, ha permesso di analizzare la composizione del gas, rivelando la complessa struttura molecolare che, sicuramente, ha caratterizzato la nube primordiale.

Un progetto di ricerca non facile da spieegare, racconta Giovanni De Maria: "Ero scettico prima di presentare la mia idea alla NASA: pensavo che mi avrebbero segnalato a una clinica di salute mentale per il fatto che mi fosse venuta in mente l'idea di distruggere un campione lunare. Perché ho scelto un campione lunare e non uno terrestre? La spiegazione è che questi reperti, non essendo stati alterati dalle condizioni meteorologiche, erano rappresentativi dell'effettiva situazione primordiale (quando tutti i pianeti sono stati creati)".

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