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Brexit: "no deal" dietro l'angolo, bocciate anche mozioni alternative

Brexit: "no deal" dietro l'angolo, bocciate anche mozioni alternative
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Di Antonio Michele Storto
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A Theresa May restano 11 giorni per decidere se lasciare l'Unione senza un accordo; pessimista anche il Capo Negoziatore UE, Barnier

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Il "no deal" è ormai dietro l'angolo per il Regno Unito, mentre la Camera dei Comuni ha respinto anche le quattro mozioni che cercavano di delineare altrettanti approcci alternativi per l'uscita dall'Unione.

La prima di cui lo speaker John Bercow annuncia la bocciatura - con soli 3 voti di svantaggio - è quella del conservatore Ken Clarke, che proponeva la permanenza nell'Unione doganale. In seguito è il turno della mozione di Nick Boles, anche lui conservatore, che perde per 21 voti: in oggetto c'era la permanenza nell'Efta, l'Associazione europea di libero scambio, e nell’Unione economica europea.

Reuters TV via REUTERS
Lo speaker John Bercow annuncia i risultati del votoReuters TV via REUTERS

A seguire, il turno della mozione Kyle, che arriva dai banchi laburisti, chiedendo un nuovo referendum per confermare qualsiasi decisione definitiva in merito alla Brexit: bocciata per soli 12 voti. Joanna Cherry del Partito Nazionale chiedeva invece una proroga dell’articolo 50 all’Unione Europea, quello che fissa in due anni il limite temporaole, dei negoziati: respinta per 101 voti.

Il leader laburista Jeremy Corbyn ha proposto altre votazioni sulla stessa falsariga da tenere nei prossimi giorni, ma la frustrazione nella Camera dei Comuni diventa sempre più palpabile. Dopo la bocciatura del suo emendamento, Nick Boles ha rassegnato le dimissioni dal Partito Conservatore, accusato di eccessiva intransigenza. "Ho dato tutto ciò che potevo - ha dichiarato - ma ho fallito ancora perché il mio partito rifiuta ogni compromesso. Sono quindi costretto ad annunciare che non siederò più tra i banchi di questo Partito".

Pessimistiche pure le previsioni del Capo Negoziatore dell'Unione, Michel Barnier, per il quale "oggi, nella situazione in cui ci troviamo, l'opzione no deal è probabile, ho la responsabilità di dire la verità, siamo preparati da diversi mesi: la Brexit ha monopolizzato l'agenda europea, calamitando molte energie ed altrettanto tempo, ritengo si debba dedicare quest'energia e questo tempo ad argomenti positivi per noi.

Persone come NIgel Farage vogliono distruggerci dall'interno ed altre dall'esterno, ecco perché penso che dobbiamo prenderci cura dell'Unione Europea, anche se dovremo riformarla".

Theresa May ha ora tempo fino al 12 aprile per decidere se lasciare l'Unione senza un accordo o tentare di strappare a Bruxelles una proroga più lunga sull'articolo 50, guadagando tempo per ulteriori negoziati che a questo punto, per`ò, più che difficili iniziano ad apparire impossibili.

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