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La mappa del terrorismo "latitante"

La mappa del terrorismo "latitante"
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Di Luca Colantoni
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"Contiamo che la galera per Battisti non sia l'unica per un terrorista che deve scontare la sua pena in Italia". Il Salvini pensiero è chiaro e di fatto si è aperta la caccia alle primule, rosse o nere che siano.

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"Contiamo che la galera per Battisti non sia l'unica per un terrorista che deve scontare la sua pena in Italia". Il Salvini pensiero è chiaro e di fatto si è aperta la caccia alle primule, rosse o nere che siano. Tutta una serie di terroristi, appartenenti a forze eversive di ogni ordine e grado in azione durante gli anni di piombo in Italia e che poi, per evitare il carcere, hanno trovato rifugio all'estero.

Dossier alla mano se ne contano ufficialmente 27, dodici dei quali in Francia grazie alla cosiddetta "Dottrina Mitterand". Secondo lo scomparso ex capo dell'Eliseo le leggi anti terrorismo approvate in Italia tra il ’70 e l'’80 non erano condivisibili. Niente estradizione, quindi. Ne ha approfittato lo stesso Battisti, ma anche l'ex Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, condannato a 22 anni per essere stato il mandante delll’omicidio del commissario Luigi Calabresi.

Tra i "francesi" anche Simonetta Giorgieri e Carla Vendetti coinvolte nei delitti D'Antona e Biagi. All'ombra della Torre Eiffel anche l’ex esponente delle Br Marina Petrella che pero' fu salvata da Nicolas Sarkozy che, da presidente, ne bloccò l’estradizione per motivi umanitari. L'indiziato numero uno a ricalcare le orme di Battisti, pero', è il dissociato dalle Brigate Rosse Alessio Casimirri che il 16 marzo del 78 era nel commando che rapi' Aldo Moro e uccise la sua scorta in via Fani. Francia, Cuba, Panama i suoi rifugi. Oggi è a fare il ristoratore in Nicaragua.

Sul fronte "nero" l'esponente di Ordine Nuovo Delfo Zorzi venne condannato in primo grado all’ergastolo per la strage di piazza Fontana. Si rifugio' in Giappone prendendone anche la cittadinanza, ma dal 2010, con l'assoluzione in via definitiva, non è piu' latitante. L'ex Nuclei Armati Rivoluzionari Vittorio Spadavecchia, invece, fuggi' a Londra immediatamente dopo una serie di attentati. Nel dimenticatoio, il suo nome comparve nelle carte di Mafia Capitale come amico/camerata di Massimo Carminati.

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