Bruxelles multa Google per 4,34 miliardi di euro

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Di Euronews
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Abuso di posizione dominante è questa l'accusa. Se non si adeguerà, l'azienda rischia di pagare una penale del 5% del fatturato di Alphabet, la casa madre.

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La Commissione Europea ha comminato una multa da € 4 342 865 000 euro (4.3 miliardi) a Google per restrizioni illegali ai produttori di apparecchi android e operatori di telefonia mobile per consolidare una posizione dominante nel campo della ricerca web.

Google ha 90 giorni di tempo per offrire soluzioni che soddisfino i rilievi dell'antitrust e ha già annunciato ricorso. Si tratta della più grande sanzione inflitta nella storia dell'autorità di regolamentazione dell'UE. "Android ha creato più scelta per tutti, non meno", fa sapere l'azienda.

Se non si adeguerà, rischia di pagare una penale del 5% del fatturato di Alphabet, la casa madre.

L'anno scorso il colosso americano fu multato per 2,4 miliardi di euro per il caso Google Shopping, il sistema di comparazione di prezzi che limitava la concorrenza degli altri attori del mercato.

Bruxelles aveva formulato le sue accuse sul caso Android ad aprile 2016, dopo un'indagine che aveva dimostrato come l'azienda obblighi i produttori di smartphone e tablet a pre-installare Play Store (l'app store di Google), il quale può essere scaricato solo attraverso Google Search, il quale a sua volta può essere trovato solo con Google Chrome. In pratica, con questo schema, Google si assicura che le due applicazioni siano pre-installate sulla maggioranza dei dispositivi venduti in Europa, visto che l'80% dei device usa Android.

I motivi della multa

Spiega il Sole 24 Ore: Le investigazioni condotte da Vestager accusano Google di essersi servita di Android come «cavallo di Troia» per imporre i suoi prodotti di ricerca sui dispositivi mobile, monopolizzando gli introiti delle pubblicità che scorrono sui nostri smartphone. Come? L'indagine, avviata nel 2016, ha stabilito almeno tre problemi di violazione delle leggi sull'antitrust europeo:

  • in cambio della licenza di Google Play (il negozio virtuale di app di Big G), Google impone ai produttori che usano Android di preinstallare il motore di ricerca Google Search o il browser Google's Chrome, 

  • sempre in cambio del diritto di uso delle proprie app, Big G impedisce ai produttori di utilizzare le versioni di Android derivate da quella originale, facendo firmare un accordo chiamato «Patto anti-frammentazione» 

  • Google fornisce incentivi finanziari per convincere i produttori a installare Google Search.

 Qui il comunicato ufficiale in cui si legge:  "le pratiche di Google hanno negato ai motori di ricerca concorrenti la possibilità di competere in base ai propri meriti. Le pratiche di abbinamento hanno fatto in modo che il motore di ricerca e il browser di Google venissero preinstallati praticamente su tutti i dispositivi Android di Google, mentre i pagamenti in cambio dell'esclusività hanno fortemente ridotto l'incentivo a preinstallare motori di ricerca concorrenti. Google ha inoltre ostacolato lo sviluppo delle versioni alternative di Android, che avrebbero potuto costituire una piattaforma grazie alla quale i motori di ricerca concorrenti avrebbero potuto guadagnare terreno. La strategia di Google ha inoltre impedito ai motori di ricerca rivali di raccogliere più dati dai dispositivi mobili intelligenti, tra cui i dati relativi alla ricerca e alla localizzazione dei dispositivi mobili, ovverosia informazioni che hanno aiutato Google a consolidare la propria posizione dominante come motore di ricerca. Inoltre, le pratiche di Google hanno danneggiato la concorrenza e la ricerca di ulteriori innovazioni nel più ampio contesto dei dispositivi mobili, al di là delle semplici ricerche su Internet, avendo impedito ad altri browser per dispositivi mobili di competere efficacemente con il browser preinstallato Google Chrome. Infine, Google ha ostacolato lo sviluppo delle versioni di Android non autorizzate da Google, che avrebbero potuto costituire una piattaforma in grado di stimolare l'attività di altri sviluppatori di applicazioni".

La nuova direttiva UE sui danni derivanti dalla violazione delle norme antitrust rende più facile per le vittime delle pratiche anticoncorrenziali ottenere il risarcimento dei danni.

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