Open di apnea di Lione, uno sport per tutti ma non da tutti

Open di apnea di Lione, uno sport per tutti ma non da tutti
Di Cecilia Cacciotto
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La 3° edizione si tiene questo 26 maggio. L'evento lionese è diventato un appuntamento fisso per gli appassionati della disciplina sportiva che aiuta a guardarsi dentro

Lione, capitale dell'apnea per un giorno

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Per il terzo anno consecutivo, il 26 maggio, si tengono a Lione, gli 'Open di apnea', un evento organizzato dal club lionese Cyrnea, che vedrà partecipare squadre da tutta Europa.

Nella piscina all'aperto del centro nautico 'Tony Bertrand', dalle 10 in poi, campioni europei, e semplici amatori, si cimenteranno nelle tre prove classiche di questo sport: apnea statica, apnea dinamica con pinne e dinamica senza pinne. Ma non solo, ci sarà anche la prova dello sprint nei 100 metri e i 50x16.

Oltre ai padroni di casa, gli atleti del club organizzatore Cyrnea, ci saranno i temutissimi cechi, che sono ormai degli habitué di questi Open – sono fortissimi a guardare il medagliere - e, quest'anno, anche una fortissima squadra svizzera. Ma non è tutto.

C'è anche l'élite di Top Stars che vede tra i suoi membri Olivier Elu, già campione del mondo, nel 2016....lionese di adozione, si allena con il club Cyrnea, dove ha mosso le prime pinneggiate trattenendo il respiro.

foto di Laurent Farges

Lo spettacolo è assicurato

Gli apneisti si spingeranno oltre ogni limite, cercando di battere i propri record personali, in estrema sicurezza e, allo stesso tempo, in un'atmosfera gioviale e di svago.

"L'apnea è uno sport individuale, nelle gare ufficiali, c'è molta concentrazione, ogni gara è una sfida con se stessi. Di fronte a te, hai solo te stesso". Devi battere i tuoi limiti, le tue paure, i tuoi fantasmi", ci dice Alain Richioud.

Alain, re di Francia nel 2012 in apnea statica con un tempo di 7',14" è tra gli ideatori e organizzatori degli Open lionesi.

"Ho iniziato molto tardi a fare questo sport, prima giocavo a rugby. Dopo l'ennesimo infortunio al ginocchio, ho dovuto abbandonare e cercare un'attività più gentile. Sono arrivato all'apnea per caso. Fossi arrivato prima, forse avrei potuto fare qualcosa di più".

Da qui l'idea di creare un evento in grado di far venire a galla quello che è uno sport sempre più diffuso ma ancora di nicchia.

"Nel 2015 abbiamo lavorato al progetto cui il Comune di Lione ha subito creduto – spiega Nicolas Delpechin, coach di Cyrnea – oggi siamo arrivati alla 3° edizione, ma la macchina organizzativa per il 2019 è già in moto".

I protagonisti

"In apnea non puoi bluffare, non puoi mentire", commenta Anne Borgat, all'indomani del suo record personale ai Championnat de France a Montluçon lo scorso 11, 12, 13 maggio.

Munita di monopinna, e con ondulazioni da vera sirena, nella piscina di Besançon, dove si è tenuta per 3 giorni la competizione, Anne ha percorso 173 metri trattenendo il respiro. E' il suo record personale.

"Sono contentissima, che dire di più" ci dice Anne. Classe 1971, Anne ha iniziato a praticare l'apnea in piscina nel 2009.

Anne dopo una gara

"Ho iniziato per motivi personali, avevo bisogno di misurarmi con qualcosa, avevo bisogno di nuove sfide".

Anne racconta che sin da ragazzina faceva dell'apnea con il padre.

"Sapevo già cosa fosse, nuotavo con mio padre e alternavamo brevi apnee a bracciate a stile libero".

Anne fa un allenamento a secco, non in piscina, per motivi di lavoro.

"Solitamente mi metto in acqua in occasione della prima gara della stagione".

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Ma l'allenamento che segue è duro e soprattutto costante: tutti i giorni, per un'ora al giorno, allena il corpo a non respirare con la sua bici da camera.

Anne in allenamento

Anne è sicuramente un'eccezione; l'allenamento in piscina resta fondamentale, come ribadisce Olivier Elu, primo classificato alla Coupe de France 2018 nelle prove combinate anche quest'anno:

"Imparare a gestire l'ossigeno che hai in corpo, così come la CO2, l'anidride carbonica che, man mano che nuoti in apnea, aumenta in corpo, è fondamentale; così come la tecnica. Fare il movimento giusto, scivolare il meglio possibile in acqua, ondulare secondo movimenti idrodinamici è fondamentale al fine del risultato".

La sicurezza e l'apnea

Per iniziare, bastano due pinnette, non è necessario investire di più per scoprire l'apnea, anche agli inizi, però, resta essenziale la sicurezza. Mai fare apnea da soli, in piscina e tanto meno in mare aperto. Con noi bisogna avere sempre un compagno che sia in grado di soccorrerci.

foto di Laurent Farges

Fin qui abbiamo parlato dell'apnea praticata in piscina, ma il bello dell'apnea è la profondità e la scoperta del grande blue, come dicono i francesi, facendo riferimento alle profndità marine che rimandano alla sfida degli anni Settanta, Ottanta tra Jacques Mayol e Enzo Maiorca che per la prima volta portarono alla ribalta della cronaca questo sport.

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A torto o a ragione considerato uno sport estremo, l'apnea può essere praticata da tutti?

Lo stracampione italiano, Umberto Pelizzari, intervistato da noi qualche anno fa, rispondeva così. Guardate il video qui sotto, in cui euronews intervista anche Alain Richioud all'epoca appena incoronato re di Francia in apnea statica.

Sport dell'anima

Come in tutti gli sport, anche nell'apnea la forma fisica è importante così come quella mentale. Quest'ultima, nel caso dell'apnea, come avrete capito, se avete letto tutto fin qui, forse, lo è ancora di più.

La sofferenza, la voglia di respirare, arriva subito. Subito dopo i primi 20 metri, ed è lì che ci vuole testa: che ti aiuta a calcolare la distanza, quella che puoi ancora percorrere sott'acqua, la testa che ti dice non irrigidire i muscoli e lasciati semplicemente scivolare; la testa, che cullata dall'acqua si abbandona alle sensazioni più piacevoli che in alcuni casi rimandano a bei ricordi e in altri semplicemente a una sensazione di benessere, cui molti riescono a arrivare, nonostante tutto.

Se tutto questo avviene in mare aperto, se tra te e il mondo terrestre metti un muro di 30-40 metri d'acqua, sia in fase di discesa che di risalita, hai la tua piccola anima che ti solletica. Ti ricorda che sei un puntino del creato, che hai comunque un tuo posto ben preciso. In piena armonia con il tutto.

Gli apneisti sorridono tutti

Il silenzio sott'acqua è un anticipo di paradiso. Il paradiso potrebbe essere così.

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A fine apnea, ti senti bene, rilassato, come fossi appena uscito da una seduta con il tuo fisiterapista. Hai voglia di sorridere. E sorridi. Agli altri e alla vita. Nel caso non lo sappiate, gli apneisti sorridono tutti.

Olivier Elu e Pascal Sentenac a sinistra, vicepresidente Cyrnea

Apnea ai Giochi Olimpici del 2024?

Le trattative, stando alle nostre fonti, sono in corso, Parigi potrebbe spuntarla e ai Giochi del 2024 sulla Senna potremmo vedere sirene e tritoni.

Per adesso se passate da Lione questo week end, cercate di fare un salto in piscina, Oliver Elu e la sua équipe Top Star annunciano una sorpresa finale.

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