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Kurdistan al voto per l'autonomia: tutto quello che c'è da sapere

Kurdistan al voto per l'autonomia: tutto quello che c'è da sapere
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Di Euronews
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Dalla prima guerra mondiale ai giorni nostri: una lotta per l' indipendenza lunga cent'anni

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Un passo che potrebbe creare ulteriore instabilità in una regione già afflitta da tensioni.
Lunedì 25 settembre si tiene un referendum nel Kurdistan per chiedere l’autonomia, la piena indipendenza da Baghdad.

I curdi, che non hanno mai ottenuto uno Stato nazionale permanente, provengono da una regione montuosa che attraversa i confini della Turchia, della Siria, dell’Iraq e dell’Iran.

Con il trattato di Sèvres firmato alla fine della prima guerra mondiale tra le potenze alleate e l’impero ottomano (1920), i curdi sperarono di avere uno Stato. Il trattato infatti prevedeva che potessero vivere in autonomia entro dei confini definiti da una commissione della Società delle Nazioni designata ad hoc. Ma questo non accadde mai.

I curdi hanno avuto, poi, un loro piccolo Stato, la Repubblica di Mahabad; fu fondata dal Partito democratico curdo in una piccola regione del Kurdistan iraniano il 22 gennaio 1946. Questa Repubblica doveva essere il nucleo di un Kurdistan indipendente, ma non venne riconosciuta da nessuna delle potenze alleate e durò soltanto undici mesi.

I curdi nell’Iraq settentrionale hanno lanciato una lotta armata nel 1961 e hanno combattuto i governi iracheni e iraniani.

Durante la guerra tra Iraq e Iran (1980-1988), i curdi sono stati tra le principali vittime del sanguinoso conflitto. L’ayatollah Khomeini dichiara pubblicamente che “uccidere un curdo non è peccato”, mentre l’Iraq utilizza armi chimiche per riprendere il controllo del nord del Paese. Il conflitto provoca l’esodo di circa 60 mila curdi in Turchia.

Dopo la Guerra del Golfo, l’Onu ha creato un’area di sicurezza a nord dell’Iraq che ha formato “di fatto” uno Stato curdo. Questo Stato ha un suo parlamento con sede a Erbil. Negli ultimi due anni, però, l’assemblea è stata abbandonata dai partiti di opposizione e la sua attività si è fortemente ridotta.
Tuttavia il parlamentino si è riunito per votare per il referendum autonomista, inviso a tutti i vicini: Iraq, Turchia, Iran.

Le reazioniL’Iraq teme lo sfaldamento del Paese, l’Iran e la Turchia, invece, temono che il referendum sia un apripista e che anche i curdi residenti sui loro territori vogliano votare.

Anche gli Stati Uniti sono contro il referendum curdo perché l’Iraq è il loro maggiore alleato contro l’ISIL e non vogliono che spinte autonomiste indeboliscano il Paese.

Israele, invece, si è espresso a favore del referendum, essendo interessato a frenare l’influenza dell’Iran e dell’Islam radicale.

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