Migliaia di migranti morti inmare spesso perché le imbarcazioni si trovano ancora in acque libiche e non possono essere salvati
Nonostante il dispiegamento di operazioni sulla rotta del Mediterraneo si è registrato il picco con oltre 4500 vittime stimate.
A parlarne Fabrice Leggeri, capo di Frontex, l’agenzia europea che si occupa delle frontiere dell’Unione. Leggeri ha spiegato che il maggior numero di naufragi avviene vicino alla Libia, spesso in acque territoriali libiche, un’area dove Frontex non può operare. Questo senza dimenticare il fatto che le imbarcazioni sono diventate più piccole e più cariche questo perché, quando una carretta del mare viene recuperata dalla guardia costiera o affonda, è persa per i trafficanti di uomini che, per mettere assieme
crescenti profitti, caricano a dismisura i dinghi.
Leggeri ha anche ricordato l’importanza di collaborare con la guardia costiera libica e con gli altri Paesi africani. Ha anche affermato che bisogna lavorare con l’Italia sui rimpatri perché il 60% dei migranti che puntano alle coste italiane sono economici.