Non solo Charlie: la Francia in queste ore celebra anche i suoi eroi anonimi, come il poliziotto che è stato ucciso dai terroristi all’esterno della
Non solo Charlie: la Francia in queste ore celebra anche i suoi eroi anonimi, come il poliziotto che è stato ucciso dai terroristi all’esterno della redazione del settimanale parigino in cui era avvenuto l’assalto. Ahmed Merabet è stato salutato da migliaia di persone. Era un musulmano come tanti altri, come i terroristi ma anche come l’eroe che ha salvato molte vite nel negozio kasher.
Autorità, ma soprattutto poliziotti, agenti come lui, di etnie e fedi diverse, ma tutti francesi e fieri d’esserlo. Come ha sottolineato il fratello, Malek, in un accorato appello alla vigilia delle esequie. Perché suo fratello è morto, come altri francesi. E dividersi non riporta in vita nessuno:
“Era francese, d’origine algerina e di religione musulmana, molto fiero di chiamarsi Ahmed Merabet, di rappresentare la polizia francese e di difendere i valori della Repubblica: libertà, uguaglianza, fratellanza.
Voglio dire una cosa a tutti i razzisti, islamofobi, antisemiti: non si devono confondere gli estremisti con i musulmani. I pazzi non hanno colore, nè religione. Ci tengo a insistere su questo punto: smettete di confondere le cose, di scatenare dei conflitti, di incendiare delle moschee o delle sinagoghe o di attaccare delle persone, questo non ci ridarà i nostri morti e non darà la pace alle nostre famiglie”.
Malek Merabet ha condannato anche l’atteggiamento di alcuni mezzi di informazione, che hanno divulgato foto e video dell’assassinio del fratello, senza rispetto per la vittima nè i suoi parenti.