Mentore: un tutor speciale che può cambiare la vita

Mentore: un tutor speciale che può cambiare la vita
Di Euronews
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“Mentore” è un parola di origine greca, ma ancora oggi attuale, il suo ruolo resta, infatti, cruciale nei processi di apprendimento. Ce ne sono anche alcuni d’eccezione, come il musicista brasiliano Gilberto Gil. La grande star internazionale ha deciso, infatti, di mettere la sua grande esperienza artistica al servizio di una giovane cantante egiziana. Ma cosa significa avere un mentore ovvero qualcuno che ti sta accanto e ti aiuta a imparare e a progredire per raggiungere i tuoi obiettivi? Lo scopriamo attraverso tre storie di vita vissuta che da Beirut ci portano fino a Salvador de Bahía.

Libano: imprenditrice e mentore, una donna di successo

Il tasso medio di disoccupazione nei paesi Arabi è del 15%. Il fenomeno colpisce soprattutto i giovani, il livello di partecipazione all’attività produttiva è uno dei più bassi al mondo. Dare ai giovani un lavoro non è mai stato tanto vitale. È necessario creare nuove opportunità di impiego, come ha sottolineato la Banca Mondiale.

Si muove in questa direzione la fondazione britannica “Mowgly” che svolge attività di tutoraggio nei confronti di imprenditori in erba. È stato grazie a loro che Nadine Asmar ha ritrovato una vita dopo la morte del marito. “Ho perso mio marito tre anni dopo la nascita di mio figlio Alexi a causa di un incidente” racconta. “Un evento che mi ha devastato ma ho avuto una grande forza, non so da dove sia arrivata e per quale ragione.”

Nadine Asmar ha deciso di dare vita a una società e di prendere parte al programma della fondazione “Mowgly”. “È stata una sfida diversa per me, stavo cercando la mia ispirazione.”

Senza il sostegno del governo e con molti ostacoli burocratici, fare gli imprenditori in Libano è molto difficile. E per le donne lo è ancora di più. Nadine Asmar ha vinto la sua sfida, è un’imprenditrice di successo e una delle principali animatrici del programma di mentoring della fondazione “Mowgly”.

Questo è un lavoro fondamentale ed è solo agli inizi. Per far fronte all’emergenza occupazionale giovanile ,secondo l’Arab Strategy Forum, i governanti arabi dovrebbero riuscire a creare fra gli 80 ed i 100 milioni di posti di lavoro entro il 2020.

Germania: tra nuovi e “vecchi” saggi

In Germania il mentoring è una realtà già consolidata. Sono sempre di più le aziende e le università che se ne servono. Nele Graf è una docente universitaria e direttrice della scuola di consulenza “Mentus” che ha cofondato. È un tema che conosce molto bene, al quale ha dedicato anche due pubblicazioni.

“Mentoring deriva dal nome proprio di origine greca Mentore”, spiega. “Mentore era un vecchio amico di Ulisse ed era precettore di suo figlio Telemaco quando lui era in guerra. Il mentore è una figura paterna che aiuta il suo protetto con consigli ed esempi. Oggi il mentore è una persona che ha esperienza e la mette a disposizione di un altro che non ne ha, gli dà suggerimenti e consigli.”

Le cose non sempre sono come si possono immaginare. Nele Graf ha imparato che il mentore non è di per sé il più anziano. Un top manager può essere allievo di un collega di due volte più giovane. Si chiama “Reverse Mentoring”.

“Ci sono impiegati anziani”, continua Nele Graf, “che hanno come mentori molti colleghi più giovani che, in modo informale, insegnano loro, per esempio, come si usa uno smartphones, oppure internet e i social media.”

La figura greca del mentore ha lasciato oggi il posto a un consigliere informale e fidato. La motivazione dell’allievo resta l’elemento fondamentale per la riuscita. Ma, come sottolinea Nele Graf, “trovare il giusto mentore è di grande aiuto.”

Brasile: un mentore che si chiama Gilberto Gil

A Salvador de Bahía tutto sembra muoversi a ritmo musicale. Questa è la città natale di Gilberto Gil, uno dei più amati e noti musicisti brasiliani. Dina El Wedidi è, invece, agli inizi della sua carriera. È una giovane, talentuosa cantante egiziana. Le loro strade si sono incrociate grazie al programma di “mentoring” sostenuto dal Rolex Institute che unisce giovani promettenti artisti con grandi maestri per scambi creativi.

“L’idea è condividere sentimenti, idee, percezioni e visioni sulla musica, è uno scambio”, spiega l’artista, “io eseguo le canzoni egiziane composte da lei, l’ho accompagnata con la chitarra acustica, lei canta le mie canzoni, quelle che ama di più, molte le ha ascoltate nei miei concerti nei quali ha partecipato. È questo il processo di apprendimento e non è certo convenzionale.”

“La cosa più importante che ho imparato”, racconta Dina El Wedidi, “è ascoltare, saper condividere le mie idee con gli altri, partecipare veramente allo scambio, prendere e dare qualcosa allo stesso tempo.”

Un incontro proficuo che è avvenuto sulla strada della musica che, come ricorda Gilberto Gil, “è sempre stata, per ogni generazione, un modo per trasmettere un messaggio.”

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Il programma di “mentoring” è iniziato nel marzo 2012 e si concluderà il prossimo luglio. Dopo questa esperienza insieme, ognuno riprenderà il proprio cammino, con in valigia qualcosa in più rispetto a prima. In attesa di una nuova occasione che li faccia incontrare.

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