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Politica UE. I social media possono influenzare le elezioni europee?

Le piattaforme online sono ampiamente utilizzate nella campagna elettorale
Le piattaforme online sono ampiamente utilizzate nella campagna elettorale Diritti d'autore AP Photo, File
Diritti d'autore AP Photo, File
Di Cynthia Kroet
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Rispetto alle elezioni del 2019, sono state introdotte nuove normative per disciplinare i contenuti online. Tuttavia, alcune discipline sono arrivate troppo tardi per poter essere applicate in occasione delle prossime elezioni europee

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A giugno, circa 365 milioni di persone avranno diritto di voto alle elezioni dell'Unione europea, compresi molti giovani elettori per i quali i social media rappresentano una risorsa importante per le campagne elettorali. Quattro Paesi, Belgio, Germania, Malta e Austria, consentiranno ai sedicenni di votare, mentre in Grecia l'età minima per votare è 17 anni.

Cinque anni fa, quando si è tenuto l'ultimo voto dell'UE, il panorama normativo per le piattaforme online era molto diverso: c'erano meno regole sulla lotta alla disinformazione e l'AI Act non esisteva ancora. Diamo allora un'occhiata a come è cambiata la regolamentazione delle piattaforme nell'UE nel 2024, rispetto alle ultime elezioni del 2019, e al suo impatto sulle società di social media.

1. TikTok

Le piattaforme hanno avuto un ruolo nella campagna elettorale del 2019, ma TikTok è un vero punto di svolta. Mentre Facebook e Twitter (ora X) erano già famosi cinque anni fa, la piattaforma di condivisione video di proprietà cinese TikTok ha rapidamente guadagnato popolarità e ora vanta più di 150 milioni di utenti mensili in tutta Europa. Meta lo supera ancora con circa 408 milioni di utenti mensili in Europa.

Un rapporto del Servizio di ricerca del Parlamento europeo afferma che l'affluenza alle urne nel 2019 ha raggiunto il 50,6% in gran parte grazie alla partecipazione dei giovani, innescata da una campagna parlamentare e dall'uso di piattaforme come Snapchat. TikTok, con il suo elevato numero di giovani utenti, potrebbe svolgere un ruolo altrettanto fondamentale in questa tornata, nonostante la piattaforma sia coinvolta in notevoli problemi normativi degli ultimi mesi.

La Commissione europea e il Parlamento hanno invitato il personale a vietare l'app sui telefoni di lavoro per timori legati alla sicurezza informatica. Si raccomanda inoltre «vivamente» ai legislatori e ai loro assistenti di rimuovere TikTok dai propri dispositivi personali. Alcuni gruppi politici, come il gruppo socialdemocratico S&D e la Sinistra (GUE/NGL) utilizzano l'app per le loro campagne. Ma i timori legati alla sicurezza e alla protezione dei dati diffusi nei giorni scorsi sulla popolare azienda hanno posto la situazione sotto una luce diversa. La Commissione ha avviato due indagini di conformità relative alla protezione dei minori.

2. La normativa sull'IA

L'Europa è stata la prima ad imporre una regolamentazione ad hoc: il suo AI Act tenta infatti di imporre regole rigide sui sistemi di apprendimento automatico considerati ad alto rischio e impone requisiti di trasparenza per gli strumenti di intelligenza artificiale generativa (GenAI) come ChatGPT. È probabile che l'AI Act entri in vigore a giugno, ma sarà ormai troppo tardi per influire sulle elezioni europee.

Tuttavia, è cresciuta la consapevolezza sui rischi degli strumenti. Secondo i sondaggi, gli elettori dell'UE sono sempre più preoccupati per l'impatto dell'intelligenza artificiale sui processi democratici, a partire dalla capacità di diffondere informazioni false e di deep fake, rendendo difficile distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.

Nel tentativo di affrontare questi rischi, piattaforme come Microsoft, Google e Meta si sono già impegnate a prevenire le interferenze elettorali dell'IA, con un accordo elettorale presentato al Consiglio di sicurezza di Monaco lo scorso febbraio. «Poiché la società abbraccia i vantaggi dell'intelligenza artificiale, abbiamo la responsabilità di contribuire a garantire che questi strumenti non vengano utilizzati come armi nelle elezioni», ha dichiarato il vicepresidente e presidente di Microsoft Brad Smith al momento della firma.

In base alle linee guida della Commissione sulla GenAI, le grandi piattaforme online dovranno ad esempio utilizzare strumenti per garantire agli utenti che le informazioni relative ai processi elettorali siano ufficiali. Meta ha affermato di includere già filigrane visibili e invisibili per le immagini create con la sua piattaforma GenAI.

3. Il Digital Services Act

Ai sensi del Digital Services Act (DSA), proposto dalla Commissione europea nel 2020, le piattaforme online con oltre 45 milioni di utenti medi mensili, tra cui Facebook e TikTok, sono obbligate ad adottare misure contro la disinformazione e le manipolazionidelle elezioni. Le regole hanno iniziato ad essere applicate ai colossi del Big Tech a partire dall'agosto dello scorso anno.

Le aziende, però, devono disporre anche di strumenti di moderazione dei contenuti, che includono la possibilità di contestare decisioni relative alla rimozione o alla limitazione dei contenuti degli utenti, nonché di aumentare la trasparenza per gli utenti in merito ai termini e alle condizioni e al modo in cui gli algoritmi consigliano i contenuti.

La vicepresidente della Commissione europea Margarethe Vestager ha dichiarato che molti dibattiti elettorali si svolgeranno online e il DSA fornisce strumenti per collaborare con le piattaforme online. «Siamo in grado di affrontare i rischi emergenti online per i processi elettorali, come i deep fake. In questo modo possiamo consentire alle persone, in modo sicuro, di impegnarsi, discutere e prendere una decisione senza interferenze illegali», ha affermato.

Per consentire alle aziende di testare le regole, la Commissione ha recentemente organizzato uno stress test sulle linee guida elettorali della DSA. Le organizzazioni senza scopo di lucro Mozilla e CheckFirst hanno dichiarato in una ricerca pubblicata lo scorso 16 aprileche le piattaforme online non forniscono informazioni sufficienti su contenuti scritti dietro retribuzione e su annunci commerciali in vista delle elezioni europee di giugno. Organizzazioni della società civile mettono inoltre in dubbiola mancanza di moderatori di contenuti per alcune lingue dell'UE, come il maltese, l'olandese e l'estone, e quindi la capacità delle piattaforme di fermare davvero la disinformazione pubblicata in quei paesi. Inoltre, il DSA non contiene informazioni su come vengono moderate le lingue non ufficiali dell'UE e su come vengono moderati i contenuti, ad esempio, in russo o arabo nell'UE.

4. Pubblicità politica

Un'altra modifica si riscontra nelle norme più severe che riguardano la pubblicità politica. Lo scorso febbraio, il Parlamento europeo ha approvato norme per tali annunci, volte a limitare le interferenze straniere, in particolare online. In base al quadro normativo, gli sponsor di Paesi terzi non saranno in grado di pagare la pubblicità politica nell'UE nei tre mesi che precedono elezioni o referenda.

Saranno poi vietati gli annunci politici basati sulla profilazione e l'uso di dati relativi ai minori. Inoltre, qualsiasi annuncio politico dovrà essere chiaramente etichettato come tale e includere informazioni circa committenti e costi. 

I piani sono stati presentati dalla Commissione europea nel 2021 per aumentare la trasparenza, come parte delle misure volte a proteggere l'integrità elettorale. Tuttavia, alcune organizzazioni della società civile, tra cui Access Now, si sono dette preoccupate rispetto al fatto che le regole sono arrivate troppo tardi per riuscire a proteggere il prossimo voto in Europa; inoltre, informazioni sui committenti si basano solo su autocertificazioni dei gruppi politici.

«Sebbene si spera che le misure di trasparenza della nuova legge prevengano la manipolazione degli elettori e proteggano i dati personali delle persone dagli abusi negli anni a venire, non avranno un grande impatto sulle elezioni europee del 2024, rendendole un'occasione persa, anche se con un potenziale per il futuro», si legge in un comunicato stampa della ong. 

Da parte loro, colossi dei social media come TikTok e Meta hanno annunciato questo mese le loro misure per combattere la disinformazione. Ad esempio, Meta ha affermato che garantirà che gli inserzionisti che pubblicano annunci relativi alle elezioni dovranno rivelare se utilizzano l'intelligenza artificiale o immagini false.

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