L'esponente di estrema destra Robert Bakiewicz ha annunciato la creazione di un nuovo partito politico di carattere nazional-cattolico: nel programma l'uscita dall'Ue, la leva obbligatoria, l'accesso più facile alle armi
Robert Bakiewicz, noto per essere stato per diversi anni a capo dell'organizzazione della marcia nazionalista che si tiene in Polonia nel Giorno dell'indipendenza, ha annunciato la creazione di un nuovo partito politico di carattere nazional-cattolico.
Il punto principale del suo programma è l'uscita del Paese dall'Unione europea, ma tra gli obiettivi figurano anche l'introduzione della leva obbligatoria e dell'"educazione patriottica", un più facile accesso alle armi e lo stop alle politiche verdi e migratorie di Bruxelles.
Secondo Bakiewicz, nuovo leader del partito Indipendenza, oggi l'Unione europea è "un fardello, qualcosa di superato e poco lungimirante" che nel prossimo futuro sarà un peso per l'economia polacca, una perdita nella sfera commerciale, finanziaria e materiale. Nella sfera culturale, invece, comporterà "la completa distruzione di tutto ciò su cui si basava l'Europa delle Nazioni". "L'idea di introdurre dei trattati indica chiaramente che uno Stato come quello polacco, in modo soggettivo, non esisterà", sostiene Bakiewicz.
In Polonia si fa strada l'euroscetticismo...
Ma questo nuovo partito avrebbe una base elettorale da cui attingere? Il sostegno all'Unione europea in Polonia sta effettivamente diminunendo. Un recente sondaggio condotto da Research partner per Ariadna, il più grande istituto di ricerca polacco, rileva che il 20 per cento degli intervistati spera di lasciare l'Unione europea, mentre il 62 per cento vuole rimanere nella comunità. Il 18 per cento non ha alcuna opinione in merito.
Secondo gli esperti questo è il risultato della polemica sul grano ucraino, ma anche della massiccia propaganda del precedente governo ultraconservatore, guidato per otto anni dal partito Diritto e Giustizia.
Durante questo periodo, spiega Maja Mazurkiewicz, analista di Alliance4Europe, in Polonia hanno preso sempre più piede narrazioni antieuropeiste, che il partito al governo usava per giustificare i propri fallimenti, e anche l'idea di una "Polexit" ha conquistato sempre più spazio nella sfera mediatica.
Ma l'europeismo resiste
Una tendenza che stride con l'elezione, a ottobre, di un governo, quello di Donald Tusk, apertamente favorevole all'Unione europea. In questi mesi il sostegno alla coalizione che guida l'esecutivo, tra l'altro, è aumentato.
Le prossime elezioni locali del 7 aprile mostreranno già quale strada vogliono percorrere i polacchi: euroscettici o euroentusiasti.