La rabbia degli agricoltori europei: a Bruxelles contro le logiche neoliberiste

Protesta agricoltori a Bruxelles
Protesta agricoltori a Bruxelles Diritti d'autore Harry Nakos/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in francese

Circa mille trattori hanno occupato il quartiere europeo di Bruxelles lunedì. Gli agricoltori che partecipano alla manifestazione chiedono la fine degli accordi di libero scambio e la regolamentazione del mercato

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La rabbia del settore agricolo europeo è più forte che mai. Tra pneumatici e bidoni bruciati, gas lacrimogeni e paglia lanciata in segno di protesta, lunedì quasi mille trattori e un numero ancora maggiore di agricoltori si sono riuniti nel quartiere europeo di Bruxelles.

Agricoltori contro gli accordi internazionali di libero scambio

I produttori e gli allevatori belgi, francesi, italiani e olandesi presenti hanno chiesto la fine degli accordi internazionali di libero scambio e la regolamentazione del mercato europeo.

"Dobbiamo uscire da questa logica neoliberista, per cui i prezzi sono troppo bassi e non coprono i nostri costi di produzione" afferma Morgan Ody, coordinatrice generale di Via Campesina. "Chiediamo che questo venga sancito dal diritto europeo, che i prezzi pagati agli agricoltori non possano essere inferiori ai nostri costi di produzione". La Spagna lo ha fatto. Perché non lo facciamo a livello europeo?". 

La protesta agricola continua nonostante gli annunci già fatti dalla Commissione europea. Poche settimane fa la Commissione ha proposto un'esenzione dall'obbligo di mettere a riposo le terre. Ha anche proposto di rivedere le regole per i prodotti provenienti da paesi extracomunitari, in particolare per i prodotti agricoli ucraini. I prodotti alimentari provenienti dall'Ucraina sono ancora esenti da dazi doganali. Ma gli Stati membri possono ora introdurre misure di salvaguardia.

Per gli agricoltori le misure proposte dall'Ue non bastano

Ma le proposte dell'Ue non sono sufficienti per i manifestanti. "Sono gesti neoliberisti, è dare un po' di soldi per andare avanti", ha commentato Tijs Boelens, produttore belga e membro del Boerenforum. 

"Ma noi non vogliamo solo qualche briciola. Vogliamo il pane, e se non vogliamo il pane, vogliamo il forno. Quindi questa Europa deve smettere di cercare di placarci con misure antiambientali o antisociali. No, devono sostenerci nello sviluppo di un'agricoltura sostenibile",

Mentre continuano le proteste, è in corso una riunione dei 27 ministri dell'Agricoltura dell'Ue, che stanno cercando di ridurre gli oneri amministrativi ritenuti troppo numerosi e restrittivi dagli agricoltori.

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