Gli Stati dell'Unione europea hanno rimandato la decisione sulla proroga per l'utilizzo del glifosato: non c'erano voti sufficienti per approvarla, né per respingerla
La Commissione europea aveva proposto di rinnovare fino al 2033 l'autorizzazione per l'erbicida, in scadenza quest'anno. Ma fra i rappresentanti dei Paesi membri non si è raggiunta la maggioranza qualificata dei voti (15 Paesi membri con almeno il 65% della popolazione complessiva) né per approvare, né per rigettare la proroga.
Una proroga contestata
Il governo italiano era favorevole alla proroga, che prevede comunque il divieto di usare il glifosato, e, secondo fonti diplomatiche, ha aggiunto che "ritiene opportuno evitarne l’uso nella fase pre-raccolta". I rappresentanti di Austria e Lussemburgo erano contrari, mentre la Francia si è astenuta.
A esaminare la proposta di proroga sarà ora, a novembre, un altro comitato di rappresentanti degli Stati membri. La questione resta dibattuta e se anche la prossima volta dovesse prodursi una situazione di stallo, senza voti sufficienti né per approvare né per respingere la proposta, sarà la Commissione europea a decidere entro il 15 dicembre.
I rischi del glifosato
L'esecutivo comunitario sostiene di aver apportato le modifiche necessarie per convincere i governi, come ha spiegato il suo portavoce Stefan de Keersmaecker.
"La proposta che la Commissione ha presentato agli Stati membri segue un'ampia e approfondita ricerca scientifica. Sono stati analizzati moltissimi studi e dati. Naturalmente ci sono alcune lacune nelle informazioni su cui si basa la proposta, cosa che impone una serie di condizioni sull'uso del principio attivo del glifosato".
Contrarie alla proroga invece le Ong ambientaliste, che sottolineano i pericoli della sostanza.
"Le prove indicano gravi effetti negativi", afferma Angeliki Lysimachou di Pesticide Action Network. "Ora sappiamo molto di più di quanto sapevamo nel 2017, perché ora non si parla solo di cancro, ma anche di neurotossicità, del potenziale disturbo del microbioma, con tutte le eventuali malattie collegate e pure dell'impatto sulla biodiversità".