Vox contro la comunità LGBT e la bandiera arcobaleno: "guerra culturale" per le elezioni in Spagna?

Il leader del partito Vox, Santiago Abascal, tiene un discorso durante un comizio del partito di estrema destra a Madrid. (19 marzo 2022)
Il leader del partito Vox, Santiago Abascal, tiene un discorso durante un comizio del partito di estrema destra a Madrid. (19 marzo 2022) Diritti d'autore AP Photo/Paul White
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Di Graham Keeley - Edizione italiana: Cristiano Tassinari
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Vox potrebbe far parte del governo nazionale dopo le elezioni del prossimo 23 luglio. Alcune decisioni prese dal partito di estrema destra a livello regionale sono già state duramente criticate, ma il leader Santiago Abascal prova a minimizzare

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La bandiera arcobaleno è al centro della campagna elettorale spagnola, sempre più aspra.

Il partito di estrema destra Vox ha insistito affinché il simbolo del movimento LGBT fosse rimosso dagli uffici delle autorità regionali nelle Isole Baleari, provocando una forte reazione in tutta la Spagna.

La bandiera arcobaleno è finita nel mirino di altre amministrazioni locali, dove Vox ha stretto un accordo per governare in alleanza con il moderato e conservatore Partito Popolare (PP), dopo che la destra ha ottenuto vittorie e risultati convincenti nelle elezioni locali di fine maggio.

Si tratta di una vera e propria "guerra culturale" esplosa nella scena politica spagnola in vista delle elezioni del 23 luglio? O, forse, è una forzatura dei media spagnoli, per rendere ancora più "piccante" questa decisiva tornata elettorale?

Vox al governo come "Fratelli d'Italia"... d'Ungheria e di Polonia?

Vox, un movimento nazionalista-populista simile a "Fratelli d'Italia" (il partito della premier Giorgia Meloni), a "Fidesz" in Ungheria (il partito di Viktor Orbán) e a "Diritto e Giustizia" in Polonia (il leader è il primo ministro Mateusz Morawiecki), cinque anni fa si trovava nei bassifondi dei risultati elettorali spagnoli, ma ora - dopo un'ascesa vertiginosa e non del tutto imprevista - è diventato il terzo partito del Parlamento spagnolo. 
Potrebbe fare da ago della bilancia dopo le elezioni del mese prossimo se, come suggeriscono una serie di sondaggi, il PP dovesse ottenere il maggior numero di voti e, quindi, "infilare" necessariamente Vox in una coalizione di governo.

I critici di Vox (e del suo leader Santiago Abascal) citano i diritti degli omosessuali e delle donne nel mirino del partito di estrema destra, che si oppone - almeno a parole . anche alla lobby trans, agli immigrati clandestini e all'Islam.

"Questo partito non è solo una minaccia per le femministe, ma anche per il collettivo LGBT e per gli immigrati", ha dichiarato a Euronews Patricia Aranguren, della Commissione 8M di Madrid, che ha preso il nome dalla celebrazione della Giornata internazionale della donna (l'8 marzo).

"Siamo determinati a non permettere che, se andranno al potere, ci venga tolta nessuna delle cose per cui abbiamo lavorato così duramente", ha aggiunto Patricia Aranguren.

Violenza intrafamiliare e domestica

Il partito di destra vorrebbe porre fine al matrimonio tra persone dello stesso sesso, poiché Vox ritiene che solo il matrimonio tra uomo e donna sia "naturale", ma ammette che l'unione civile sia ammissibile. Vox vorrebbe anche impedire l'adozione da parte di coppie gay.

Tuttavia, Santiago Abascal, leader di Vox, ha dichiarato sabato scorso, in un comizio a Barcellona, che il suo partito sostiene i diritti degli omosessuali.

Idee confuse? Contraddizioni? O tattica elettorale?

"La Corte Suprema non permette a nessuna bandiera non ufficiale di sventolare sugli edifici pubblici, e molti omosessuali, che votano per noi, si sentono rappresentati solo dalla bandiera spagnola, che rispetta loro, la Spagna e tutti noi", ha detto Santiago Abascal, durante il comizio.

Anche la lotta contro la violenza domestica ha avuto un ruolo di primo piano nella campagna elettorale.

A Valencia, dove il PP condividerà il potere (regionale) con Vox, le autorità regionali hanno cambiato la definizione di violenza domestica in violenza "intrafamiliare".
Cosa cambia? Nulla, in pratica.

Entrambi i partiti hanno promesso misure per combattere la "violenza intrafamiliare, soprattutto quella subita da donne e bambini, garantendo l'uguaglianza tra tutte le vittime".

Vox sostiene che sia uomini che donne possono essere vittime di violenza domestica, ma le statistiche ufficiali mostrano che la maggior parte delle vittime sono, ovviamente, donne.
Nel 2022 si sono verificati 41.321 episodi di violenza domestica, di cui 37.593 hanno coinvolto donne e in 3.495 casi le vittime erano uomini, secondo i dati del governo.

Una linea difficile da seguire per il PP

Il Partito Popolare spagnolo (PP) e Vox, un potenziale partner di coalizione al governo, nelle elezioni del 23 luglio potrebbero ottenere abbastanza seggi per formare un nuovo "clamoroso" governo, ma hanno perso terreno rispetto ai socialisti del premier dimissionario Pedro Sánchez, almeno secondo due sondaggi pubblicati nei giorni scorsi.
Rimonta socialista in corso d'opera?

Alberto Núñez Feijóo, leader del PP, ha sempre detto che avrebbe cercato la maggioranza assoluta, ma i sondaggi indicano che il suo partito non raggiungerà i numeri necessari per comandare senza alleati "ingombranti".

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Il leader del PP, che si definisce un moderato, ha dovuto mantenere un atteggiamento prudente nei confronti di Vox.

A Valencia, un esponente locale del PP ha affermato che "la violenza domestica non esiste", costringendo Núñez Feijóo a intervenire, dicendo che il suo partito "non farà nessun passo indietro nella lotta contro questo problema".

La polemica sulla violenza domestica a Valencia ha messo il PP in difficoltà: non voleva far saltare l'accordo con Vox, ma sapeva che avrebbe potuto alienarsi gli elettori, se non avesse mostrato sostegno alle donne.

In Extremadura, una regione occidentale che sente particolarmente la crisi economica, il PP ha affrontato un problema simile.
In un primo momento, la leader locale del Partito Popolare, Maria Guardiola, ha giurato di non voler trattare con un partito che "nega la violenza machista, che disumanizza gli immigrati, che getta nel cestino la bandiera LGBT".
Ma poco dopo ha dichiarato che il suo partito non aveva altra scelta, per governare, che trovare un accordo con Vox...

LGBT-Fobia?

I diritti dei trans potrebbero essere minacciati nel caso in cui conquisti il potere un governo di coalizione di destra. In tanti sono preoccupati.

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A febbraio, la Spagna è diventata uno dei primi Paesi in Europa a consentire l'autodeterminazione di genere a partire dai 16 anni, senza bisogno di valutazioni psicologiche o mediche.

La legge, promossa in particolare dall'allora ministra delle Pari Opportunità, Irene Montero (Unidas Podemos), e richiesta a gran voce da diversi collettivi LGTB, contempla la possibilità di chiedere la modifica del proprio sesso all'anagrafe (attraverso una doppia dichiarazione a distanza di tre mesi) senza autorizzazioni giudiziarie o mediche a partire dai 16 anni (dai 14 previo assenso genitoriale). Tra i 14 e i 16 anni servirà invece il consenso dei genitori, mentre tra i 12 e i 14 l’approvazione giudiziaria.

La legge, inoltre, proibisce le terapie di conversione e mette in atto misure contro l’omofobia nei settori della salute, dell’istruzione e dell’occupazione

Sia Vox che il PP hanno minacciato di abrogare questa legge, lanciando una sfida legale alla Corte Costituzionale.

Allo stesso tempo, la settimana scorsa il PP ha illuminato la propria sede con i colori arcobaleno del movimento LGBT, in occasione del "Madrid Pride". Ancora contraddizioni...

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I sostenitori dei diritti della comunità LGBT hanno affermato che gli eventi in Spagna fanno parte di un attacco a livello europeo a diritti che hanno richiesto decenni per essere conquistati.

"La situazione in Spagna sta diventando sempre più allarmante. Vediamo una regressione dei diritti per i quali abbiamo lottato a lungo.
Abbiamo l'impressione che a sostenerli non siano solo i partiti di estrema destra, ma una parte della società in generale.
Vox è solo il sintomo di una situazione di LGBT-fobia. Dietro di loro, ci sono persone-elettori che li sostengono".
Luis Fernando
coordinatore generale di "Arcopolis"
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