Secondo von der Leyen il ritorno del predatore è un segnale positivo, ma la densità in alcune aree sarebbe una minaccia per il bestiame. Contrarie molte ong ambientaliste
Lo status del lupo dovrebbe passare da "strettamente protetto" a "protetto". A proporlo è la Commissione europea per rispondere a una richiesta di maggiore flessibilità da parte delle autorità locali, ha dichiarato la presidente Ursula von der Leyen.
"Il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa - ha spiegato von der Leyen - ma la concentrazione di branchi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame. Per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi, le autorità locali hanno chiesto una maggiore flessibilità. Il livello europeo dovrebbe facilitare questo processo e quello avviato oggi dalla Commissione è un passo importante".
Ora spetta al Consiglio prendere la decisione, in modo che l'Unione possa chiedere che lo status venga modificato nella Convenzione sulla Conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali europei, nota come Convenzione di Berna.
La protesta delle associazioni ambientaliste
Nei mesi scorsi le ong ambientaliste si erano dette scettiche sulla fondatezza scientifica della proposta e avevano criticato la comunicazione della Commissione in materia, definendo "fuorvianti" alcune delle informazioni diffuse.
In un comunicato congiunto, otto associazioni ambientaliste, tra cui BirdLife Europe and Central Asia ed Euronature, avevano affermato che «per quanto riguarda i pericoli per l’uomo e il bestiame, i messaggi contenuti nella comunicazione alla stampa sono fuorvianti e anticipano il risultato della consultazione pubblica.
"L’affermazione secondo cui la concentrazione di branchi di lupi è diventata un pericolo per il bestiame e potenzialmente per gli esseri umani non è basata sulla scienza", prosegue la nota. "In Europa il lupo non è considerato pericoloso per l’uomo".
"Le prove scientifiche hanno dimostrato che i lupi non trattano gli esseri umani come prede e che gli incontri mortali sono eccezionali, in contrasto con una serie di minacce reali e significative per la vita umana (come eventi meteorologici estremi o incidenti automobilistici e inquinamento). I danni al bestiame sono spesso legati alla mancanza di un’adeguata supervisione e/o protezione fisica».