Inquinamento dell'aria: 253mila morti in un anno nell'Ue per le polveri sottili

Il particolato fine (PM 2.5) è l'agente inquinante più dannoso in Europa
Il particolato fine (PM 2.5) è l'agente inquinante più dannoso in Europa Diritti d'autore Michel Euler/ AP
Diritti d'autore Michel Euler/ AP
Di Gregoire LoryVincenzo Genovese
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Secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente, la qualità dell'aria sta migliorando nell'Ue, ma nel 2021 253mila persone sono morte a causa delle polveri sottili

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I dati sono contenuti in un rapporto pubblicato il 24 novembre, secondo cui i Paesi dell'Unione non riescono a raggiungere gli standard fissati dall'Organizzazione mondiale della sanità, mettendo a rischio la salute dei propri cittadini. 

"253mila morti possono essere attribuite alle polveri sottili e sarebbero state evitate con le giuste misure"
Leena Ylä-Mononen
Direttrice dell'Agenzia europea dell'ambiente

Gli agenti inquinanti pericolosi

"Ci sono, ovviamente, molti diversi inquinanti atmosferici, ma quello più grave e dannoso è il particolato fine", spiega a Euronews Leena Ylä-Mononen, direttrice dell'Agenzia europea dell'ambiente. "Secondo le ultime stime, 253mila morti possono essere attribuite a questo agente inquinante e sarebbero state evitate con le giuste misure."

Il particolato fine (PM2.5), comunemente indicato anche come "polveri sottili", risulta spesso presente in Europa in concentrazioni superiori a quella raccomandata dall'Oms, cinque microgrammi per metro cubo. Il numero di decessi legati alle polveri sottili, comunque, è diminuito del 41% tra il 2005 e il 2021, ma gli Stati membri devono continuare su questa strada, sottolinea l'Agenzia. 

Il particolato fine è l'agente inquinante più pericoloso, ma non l'unico a provocare decessi evitabili: secondo le stime dell'agenzia, l’inquinamento da biossido di azoto provoca 52mila morti all'anno in tutta l'Unione e l’esposizione all’ozono 22mila. 

Per quanto riguarda l'Italia, le morti attribuibili alle polveri sottili sono quasi 47mila, quelle al biossido di azoto oltre 11mila e quelle all'ozono oltre 5mila. Le stazioni dislocate dentro e intorno alla città di Roma mostrano una concentrazione di particolato fine superiore a dieci microgrammi per metro cubo, quelle della Pianura padana si avvicinano ai venti.

Nelle città, i trasporti sono la principale fonte di inquinamento, mentre e in alcune zone d'Europa gioca un ruolo rilevante anche il riscaldamento domestico alimentato da combustibili solidi come carbone o legna. A peggiorare ulteriorimente la qualità dell'aria contribuisce pure il cambiamento climatico, e in particolare l'aumento della temperatura nelle città.

Le malattie provocate dall'inquinamento

L'inquinamento atmosferico rappresenta ancora oggi il principale rischio sanitario per gli europei: una pessima qualità dell'aria è in grado di provocare, o aggravare, diverse patologie, afferma Leena Ylä-Mononen.

"Nei casi più gravi, provoca malattie che portano abbastanza rapidamente alla morte, come ad esempio il cancro ai polmoni. Il nostro rapporto esamina per la prima volta più in dettaglio varie malattie ed è importante notare come l'impatto dell'inquinamento atmosferico aggravi anche l'asma o le malattie cardiache croniche". 

Secondo il rapporto, l'esposizione alle polveri sottili causa soprattutto cardiopatie ischemie, seguite da infarti, diabete, patologie polmonari, cancro ai polmoni e asma. Per il diossido di azoto, l'ordine è invertito: diabete, infarti, asma.

Come sottolinea l'Agenzia dell'ambiente, per alcune patologie le conseguenze fatali sono le più rintracciabili (cardiopatie ischemiche e asma), mentre per altre come diabete e asma i problemi sono causati dagli effetti a lungo termine, non necessariamente mortali, delle malattie.

"Quindi la qualità della vita in Europa è ancora oggi ostacolata sotto molti aspetti dall'inquinamento atmosferico", conclude la direttrice dell'agenzia con sede a Copenaghen.

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