La Grande Barriera Corallina evita di essere "in pericolo", ma l'UNESCO avverte del grave rischio derivante dal cambiamento climatico

Una porzione della Grande Barriera Corallina australiana
Una porzione della Grande Barriera Corallina australiana Diritti d'autore AP Photo/Sam McNeil
Diritti d'autore AP Photo/Sam McNeil
Di Rosie FrostEdizione italiana: Andrea Barolini
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Il governo australiano ha accolto con favore la decisione, affermando che dimostra che sta "lavorando duramente" per proteggere la barriera corallina.

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La Grande Barriera Corallina potrebbe evitare per un soffio di essere inserita nella lista di siti "in pericolo" dell'Unesco, secondo la bozza di un documento dell'agenzia delle Nazioni Unite trapelata questa settimana. Il governo australiano, infatti, avrebbe adottato misure sufficienti per proteggere il sito - che ospita una ricchissima biodiversità - da quando una missione di valutazione era stata inviata sul posto nel marzo dello scorso anno.

Ciò nonostante, l'Unesco ha avvertito che la più grande barriera corallina del mondo resta ancora "seriamente minacciata" dal riscaldamento globale e dall'inquinamento.

L'esecutivo australiano ha accolto con soddisfazione la bozza di decisione e il primo ministro Anthony Albanese ha dichiarato che si tratta di una sorta di endorsement rispetto alle sue azioni ambientali: "Ciò conferma che il mio governo sta lavorando duramente per proteggere la barriera corallina, che sta agendo sui cambiamenti climatici e che il resto del mondo ne ha preso atto", ha dichiarato martedì 1 agosto, parlando ai giornalisti.

"Siamo impegnati a proteggere meglio la nostra preziosa Grande Barriera Corallina e questa decisione ne è la prova", ha aggiunto. La proposta di non aggiungere la barriera corallina all'elenco dei siti "in pericolo" sarà esaminata dal Comitato per il patrimonio mondiale a settembre.

Come l'Australia sta proteggendo la Grande Barriera Corallina?

Nel novembre dello scorso anno, l'Unesco e l'Iucn avevano raccomandato di aggiungere la Grande Barriera Corallina alla Lista dei siti del Patrimonio Mondiale in pericolo. La richiesta prevedeva una serie di misure che il governo avrebbe dovuto adottare per proteggere la barriera corallina.

Il nuovo rapporto, pubblicato lunedì, ha rilevato come l'Australia abbia in effetti adottato scelte positive, tra le quali la decisione di ridurre le emissioni del 43% entro il 2030 e di raggiungere l'azzeramento netto entro il 2050.

AP Photo/Sam McNeil
La Grande Barriera Corallina in AustraliaAP Photo/Sam McNeil

A far propendere per un'esclusione dalla lista c'è il miglioramento della copertura di coralli duri, che  nelle regioni settentrionali e centrali della barriera corallina risulta il più alto da quando è iniziato il monitoraggio, 36 anni fa, secondo i dati presentati dall'Australia lo scorso settembre e inclusi nel rapporto dell'Unesco.

L'agenzia delle Nazioni Unite ha inoltre rilevato come siano stati annullati i piani per la costruzione di due nuove dighe nel Queensland che avrebbero influito sulla qualità dell'acqua della barriera corallina. Nel febbraio di quest'anno, l'Australia ha inoltre respinto la richiesta di una nuova licenza per l'estrazione di carbone, adducendo come motivazione proprio il potenziale danno alla vicina Grande Barriera Corallina.

Riscaldamento globale, inquinamento e pesca minacciano ancora la Grande Barriera Corallina

L'Unesco sottolinea tuttavia come ci sia ancora molto da fare e ha chiesto all'Australia di fornire, nel prossimo mese di febbraio, una relazione sui progressi compiuti per ridurre le minacce derivanti dalla pesca e dall'inquinamento.

Anche il riscaldamento globale, come detto, rimane una minaccia significativa per la Grande Barriera Corallina. Un rapporto dell'Accademia australiana delle Scienze (AAS) pubblicato giovedì 3 agosto ha rilevato che l'impatto dell'aumento della temperatura media globale potrebbe diventare "irreversibile" entro la metà del secolo.

Rimanere sulla strada che stiamo percorrendo, semplicemente perché l'abbiamo intrapresa, non basterà per la Grande Barriera Corallina
Chennupati Jagadish
Presidente dell'Accademia australiana delle Scienze

Insieme a un gruppo di esperti, è stata perciò raccomandata una revisione completa delle modalità di gestione della barriera corallina, avvertendo che il piano attuale tiene troppo poco in considerazione il fatto che una parte della crisi climatica è ormai inevitabile. "Il rapporto ci ricorda che rimanere sulla strada che stiamo percorrendo, semplicemente perché l'abbiamo intrapresa, non basterà per la Grande Barriera Corallina", afferma il professor Chennupati Jagadish, presidente dell'AAS. Secondo il quale "sul medio termine si può rallentare il declino dello stato di salute della barriera corallina, ma questo richiede che l'Australia agisca subito".

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