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Black Mirror, la realtà riflessa attraverso lo specchio deformante della satira sociale

Black Mirror, la realtà riflessa attraverso lo specchio deformante della satira sociale
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Di Ines Fressynet
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La Saatchi Gallery di Londra si ispira alla celebre serie Netflix per il titolo di una mostra che vuole riflettere la e sulla realtà contemporanea.

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Arriva alla Saatchi Gallery di Londra "Black Mirror". Non la serie, ma una mostra in 170 opere che si ispira allo stesso principio: mettere in scena un cupo riflesso del mondo contemporaneo. Spiega la direttrice della galleria Philippa Adams: "'Black Mirror, arte come satira sociale' ci è sembrato il titolo perfetto per riunire un collettivo di artisti che hanno lavorato negli ultimi vent'anni riflettendo, come uno specchio, sulla società. Molte di queste opere hanno uno sguardo e un'interpretazione scherzosa delle ansie, delle riflessioni attraverso la storia, delle situazioni politiche..."

Nella sua intricata opera "Not a Plan Has Gone Astray", Dominic McGill rappresenta le molte ideologie emerse dagli attentati dell'11 settembre. I riferimenti ai recenti conflitti e ai leader politici del passato si mescolano a citazioni filosofiche e caricature che puntano a denunciare gli eccessi del neoliberismo.

"Quando abbiamo concepito questo progetto una delle intenzioni era di realizzare una sorta di panorama storico - racconta l'artista -, come è stato fatto per la battaglia di Gettysburg o la storia della Bibbia. Allora abbiamo preso elementi disegnati, elementi di testo e li abbiamo messi insieme per cercare di creare un quadro della storia contemporanea".

E un elemento fondante della storia contemporanea è sicuramente internet, il cui lato oscuro è esplorato da James Howard in un'installazione composta da 46 stampe digitali realizzata nel 2007.

"Se vogliamo cercare di trovare il nostro posto nell'universo - dice Howard -, possiamo vedere internet come un modo molto diretto di arrivarci, perché abbiamo tutte le espressioni del comportamento umano a portata di mano. Anni fa internet era molto diverso. Non c'erano buoni filtri antispam e io ho potuto avere accesso ad alcuni incredibili posti su internet e raccogliere tutto questo materiale. C'erano vette follemente belle e abissi terrificanti. Ora è molto lineare, un po' noioso, ma all'epoca ho voluto raccogliere elementi che si trovavano agli estremi, perché possono dirci molto di noi stessi".​

"Black Mirror, arte come satira sociale", è in scena alla Saatchi Gallery fino al 13 gennaio. Ingresso libero.

Risorse addizionali per questo articolo • Versione italiana e web: Selene Verri

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