Politica UE. Complessità e scarsa applicazione indeboliscono le sanzioni europee alla Russia

La bandiera ucraina davanti al Parlamento europeo a Bruxelles
La bandiera ucraina davanti al Parlamento europeo a Bruxelles Diritti d'autore Jack Schickler
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Secondo alcuni parlamentari, le sanzioni economiche alla Russia per l'invasione dell'Ucraina sono ancora troppo facili da aggirare

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L'applicazione non uniforme, le triangolazioni commerciali e complesse strutture finanziarie stanno ostacolando l'applicazione delle sanzioni economiche imposte dall'Ue alla Russia, secondo quanto riferito a Euronews da diverse fonti.

Il 14 novembre la Commissione europea ha presentato un nuovo pacchetto di misure restrittive, il dodicesimo in 21 mesi, ma alcuni parlamentari ritengono che le misure restrittive in settori chiave come il petrolio e i diamanti non siano ancora sufficienti.

"Dobbiamo esercitare pressioni sulle aziende dell'Ue con modelli commerciali dubbi"
Andrius Kubilius
Eurodeputato del Partito popolare europeo ed ex primo ministro della Lituania

Un bilancio in chiaroscuro

Le restrizioni economiche mirano a punire il regime di Putin e a indebolire l'economia russa dopo l'invasione dell'Ucraina: per l'eurodeputato lituano Andrius Kubilius, non tutto va per il verso giusto.

"Le sanzioni stanno funzionando" e gli scettici che dicono che dovrebbero essere abbandonate si sbagliano, sostiene il parlamentare del Partito popolare europeo.

Sebbene le entrate derivanti dal petrolio e dal gas siano la metà dei livelli prebellici, secondo Kubilius "la Russia sta ancora ricevendo troppo" dall'Europa. In una dichiarazione approvata il 9 novembre, gli eurodeputati hanno chiesto il divieto totale di una serie di prodotti energetici di derivazione russa e temono che Mosca continui a mettere le mani su beni europei ad alta tecnologia.

Dopo che l'Ue ha limitato le vendite dirette di tutto ciò che potrebbe essere utilizzato dall'esercito russo, le esportazioni verso i paesi vicini non appartenenti all'Unione sono aumentate in modo piuttosto sospetto, spiega Kubilius, suggerendo che le importazioni vengono semplicemente realizzate tramite Paesi compiacenti.

"Dobbiamo cercare di convincere i Paesi terzi a non partecipare a questo sistema, ma anche esercitare pressioni sulle aziende dell'Ue con modelli commerciali dubbi", dice Kubilius. "Se improvvisamente le vendite di iPhone in Kirghizistan aumentano di 10 o 100 volte, bisogna chiedersi cosa ci sia dietro".

I sospetti dell'eurodeputato sono supportati da prove provenienti dai campi di battaglia ucraini. Le armi russe sequestrate contengono spesso componenti occidentali, ha dichiarato a Euronews Svitlana Taran, ricercatrice presso il think tank European Policy Centre.

Ciò suggerisce che le merci arrivano anche attraverso Paesi come il Kazakistan, la Georgia o l'Armenia, anche se la Russia paga comunque un prezzo attraverso catene di approvvigionamento più lunghe e rischiose.

Finora, le sanzioni dell'Ue hanno comportato il fermo degli aerei degli oligarchi e il sequestro di 200 miliardi di euro di beni della banca centrale russa e costretto l'esercito russo a utilizzare armi risalenti al periodo sovietico, ha dichiarato a Euronews un portavoce della Commissione.

A marzo, l'esecutivo comunitario ha anche nominato un nuovo inviato per le sanzioni, l'esperto diplomatico David O'Sullivan, per persuadere paesi come il Kazakistan a smettere di eludere le restrizioni.

Ma Kubilius vuole che l'Ue si spinga oltre, confiscando circa 300 miliardi di euro di beni dalla banca centrale russa: importo che, a suo dire, potrebbe pagare una buona parte della ricostruzione postbellica dell'Ucraina.

Christine Lagarde ha avvertito che una simile mossa potrebbe danneggiare la reputazione dell'euro, ma Kubilius ritiene di aver trovato una soluzione agli ostacoli legali internazionali e spera di poter convincere altri legislatori ad unirsi al suo appello.

Quando uno Stato danneggia un altro, "si possono attuare contromisure per sequestrare la proprietà dello Stato", sostiene l'europarlamentare. "In questo caso non c'è immunità legale".

Il tema della segretezza

Anche le misure contro i sodali di Vladimir Putin si sono rivelate difficili, dice a Euronews Roland Papp, senior policy officer di Transparency International, perché ostacolate dalla segretezza finanziaria. "Sullo yacht di Putin non c'è scritto PUTIN'S YACHT", dice Papp.

Il primo ministro belga Alexander de Croo ha affermato che sanzioni troppo affrettate sui diamanti si limiterebbero a spostare il commercio da Anversa senza danneggiare la Russia, ma allungare i tempi permette di creare ulteriori scappatoie, secondo Papp.

"Le entità e gli individui russi si aspettano di essere sanzionati e avranno già preso alcune misure per nascondere i loro beni: è irragionevole pensare che in un anno e mezzo non abbiano fatto nulla per difendere il proprio patrimonio".

Rispetto all'agguerrita autorità statunitense per le sanzioni, l'Ofac, le autorità europee sono state timide, afferma Papp, con multe alle principali istituzioni finanziarie poco rilevanti.

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Sanzioni e rappresaglie

Secondo un documento del 2021 dell'agenzia di giustizia penale dell'Ue Eurojust, le multe massime per la violazione delle sanzioni - stabilite e applicate a livello nazionale - sono di appena 1.200 euro in Estonia, mentre in Spagna l'elusione delle misure restrittive non è nemmeno considerato un reato.

È una situazione che deve cambiare, sostiene l'eurodeputata olandese di Renew Europe Sophie in 't Veld, che si fa promotrice di pene più severe per le violazioni.

"Si può discutere se la pena detentiva massima debba essere di tre o cinque anni, ma questo non è così rilevante", dice in 't Veld a Euronews. "È importante invece che sia uguale in tutti gli Stati membri, altrimenti un oligarca russo andrà semplicemente nel Paese con il regime più favorevole".

"Non passa giorno senza che i media riportino notizie di sanzioni eluse o non applicate nei Paesi membri", lamenta l'eurodeputata.

Alla fine del mese è previsto un ulteriore ciclo di colloqui per la messa a punto delle nuove leggi e la parlamentare si dice "sicura" di poter trovare un accordo con i rappresentanti degli Stati membri.

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Ma è chiaramente anche frustrata dal divario tra la retorica dei politici dell'Unione e i risultati effettivi delle sanzioni. "Il Consiglio è ansioso di annunciare e celebrare l'ennesimo pacchetto di sanzioni... sono sempre molto soddisfatti di se stessi. Ma se si guarda all'applicazione effettiva, non c'è motivo di essere così orgogliosi".

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