Le esportazioni accusano la contrazione peggiore dal 2020. Tiene l'asse Mosca- Pechino che conferma l'influenza economica cinese in Russia
Affondano oltre le attese a luglio sia l'export sia l'import della Cina che calano,rispettivamente, del 14,5% e del 12,4% su base annua, alimentando nuovi dubbi sulla tenuta dell'economia.
Secondo i dati diffusi dalle Dogane cinesi, il surplus commerciale nel mese si attesta a 80,6 miliardi di dollari, oltre i 70,62 miliardi di giugno e i 70,6 miliardi attesi a luglio.
Le esportazioni, in particolare, accusano la contrazione peggiore dal 2020 a fronte del -12,4% di giugno e delle previsioni di -12,5%. Mentre le importazioni cedono più del -6,8% di giugno e delle proiezioni degli analisti di -5%.
L'asse Mosca-Pechino
A dispetto del dati generali cinesi di luglio (-14,5% l'export e -12,4% l'import), il rapporto di Pechino con Mosca si conferma solido e segnala il rafforzamento dell'influenza economica di Pechino su Mosca.
Nei primi sette mesi del 2023, i flussi dell'interscambio si attestano a 134,1 miliardi (+36,5% annuo), frutto di esportazioni russe in rialzo del 15,1%, a 71,6 miliardi, e di quelle cinesi in aumento del 73,4%, a quota 62,5 miliardi. La crescita del commercio bilaterale di gennaio-luglio è tuttavia di poco inferiore a quella del primo semestre: + 40,6% a 114,55 miliardi.
Dalla prospettiva del Cremlino, una crescita stabile in Cina potrebbe fornire alla Russia un'ancora di salvezza per sostenere lo sforzo bellico e la stabilità interna a dispetto delle pesanti sanzioni economiche occidentali in risposta all'aggressione ai danni di Kiev. Di riflesso, lo stato futuro dell'economia cinese e la risposta politica di Pechino ai problemi della crescita, che includono una potenziale e complicata deflazione, costituiscono variabili importanti per la valutazione della traiettoria che potrà. seguire la Russia.