Sei mesi di guerra a Gaza: oltre 33mila morti, in Israele maxi protesta contro Netanyahu

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proteste a Tel Aviv Diritti d'autore Ariel Schalit/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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In migliaia sono scesi in piazza a Tel Aviv per chiedere la liberazione degli ostaggi e le elezioni anticipate. A sei mesi dall'attacco di Hamas, sono più di 33mila i morti nella Striscia. L'Oms ha trovato cadaveri nell'ospedale di Al Shifa distrutto dall'Idf

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Sabato l'esercito israeliano ha annunciato di aver recuperato il corpo di un agricoltore di 47 anni tenuto in ostaggio a Gaza. Mentre i negoziatori si preparano a un altro round di colloqui per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, oltre cento quelli ritenuti ancora vivi e nelle mani di Hamas.

Sei mesi di conflitto: oltre 33mila morti a Gaza

Sono trascorsi sei mesi dall'inizio del conflitto, iniziato con il sanguinoso attacco di Hamas ne territori di Israele. Secondo l'esercito israeliano,sono stati uccisi 604 tra soldati, riservisti e agenti di sicurezza e altri 3.193 sono rimasti feriti. I soldati morti durante l'offensiva a Gaza sono 260, 41 uccisi dal fuoco amico. L'Idf ha fatto sapere poi di aver ucciso oltre 13mila uomini di Hamas e di altri gruppi terroristici. Nella Striscia, secondo il ministero della Sanità locale, sono morte più di 33mila persone, in gran parte donne e bambini. Il conflitto, allargato anche al Libano meridionale, ha provocato l'uccisione da parte di Israele di 330 operativi di Hezbollah, 30 sarebbero comandanti. 

Proteste a Tel Aviv per liberare gli ostaggi

Il corpo di Elad Katzir è stato ritrovato dall'esercito israeliano, che ritiene sia stato ucciso a gennaio da militanti associati alla Jihad islamica, uno dei gruppi coinvolti nell'attacco del 7 ottobre al sud di Israele.

La scoperta ha riacceso la pressione sul governo israeliano affinché raggiunga un accordo sul rilascio degli ostaggi rimasti. Migliaia di persone, si stima fino a centomila, si sono radunate a Tel Aviv per chiedere una risoluzione ed elezioni anticipate, mentre le famiglie degli ostaggi hanno espresso il timore che il tempo stia per scadere. Finora è stata confermata la morte di almeno 36 ostaggi e circa la metà del numero iniziale è stata rilasciata.

Carmit Katzir, sorella di Elad, si è rammaricata: "Avrebbe potuto essere salvato se si fosse raggiunto un accordo in tempo. I nostri leader sono codardi e guidati da considerazioni politiche, ed è per questo che non è stato raggiunto un accordo".

Il governo di Benjamin Netanyahu si trova ad affrontare opinioni divise tra gli israeliani. Una settimana fa, decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti nel centro di Gerusalemme, inscenando la più grande manifestazione antigovernativa dall'inizio della guerra.

La situazione a Gaza è "una terribile pietra miliare" per l'umanità

Decine di migliaia di morti a Gaza e più di un milione di palestinesi sfollati. Il funzionario umanitario delle Nazioni Unite Martin Griffiths ha descritto la situazione come una "terribile pietra miliare", sottolineando l'urgente necessità di evitare un'ulteriore escalation e di prevenire una carestia causata dall'uomo.

Attesi i negoziati al Cairo alla presenza degli Stati Uniti

Secondo un funzionario egiziano e i media egiziani, i negoziati per il cessate il fuoco riprenderanno oggi, domenica 7 aprile. Ai colloqui parteciperà una delegazione di Hamas, che insiste nel collegare la fine della guerra ad accordi sul rilascio degli ostaggi e sul miglioramento delle condizioni a Gaza.

La comunità internazionale ha condannato i recenti attacchi aerei israeliani che hanno causato vittime civili, compresi gli operatori umanitari della Wck. Nel corso di questi eventi, gli Stati Uniti hanno sottolineato l'importanza di proteggere i civili e gli operatori umanitari nel determinare il futuro sostegno a Israele.

Cadaveri non sepolti all'ospedale di Al Shifa

Il conflitto ha colpito duramente il sistema sanitario di Gaza, con ospedali importanti come Al Shifa e Nasser gravemente danneggiati. La distruzione di queste strutture ha aggravato la già grave crisi umanitaria della regione. Gli esperti delle Nazioni Unite hanno finalmente ottenuto sabato l'accesso all'ospedale Al Shifa, o ciò che ne rimane. Sabato l'Oms ha pubblicato un video che mostra la distruzione delle strutture dell'ospedale. Sono state segnalate "fosse poco profonde" e "corpi parzialmente sepolti".

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