Operatore polacco morto nell'attacco al convoglio di Wck: è crisi diplomatica tra Israele e Polonia

Candele e fiori in onore di Damian Soból, l'operatore umanitario polacco tra i sette uccisi da un attacco israeliano a Gaza, Przemysl, Polonia sud-est, 4 aprile 2024
Candele e fiori in onore di Damian Soból, l'operatore umanitario polacco tra i sette uccisi da un attacco israeliano a Gaza, Przemysl, Polonia sud-est, 4 aprile 2024 Diritti d'autore STR/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
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Di Michela Morsa
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Andrzej Duda e Donald Tusk indignati dal commento dell'ambasciatore israeliano Yacov Livne, che ha accusato i polacchi di antisemitismo. Il ministero degli Esteri consegna una nota diplomatica a Livne per protestare contro la morte del cittadino polacco

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La morte di Damian Soból, l'operatore umanitario polacco tra i sette della ong World central kitchen uccisi lunedì da un attacco israeliano nella Striscia di Gaza, ha scatenato una nuova crisi diplomatica tra Polonia e Israele

Israele ha definito l'accaduto un "errore" dovuto a un'errata identificazione, nonostante le immagini mostrino che il convoglio umanitario era chiaramente contrassegnato, il percorso era stato concordato con l'Idf e alcune fonti interne all'esercito hanno rivelato che sono stati lanciati ben tre missili a distanza ravvicinata, uno per ogni macchina su cui viaggiava il gruppo umanitario. 

La morte di Soból ha sconvolto e indignato l'opinione pubblica polacca come i vertici politici. Il presidente polacco Andrzej Duda e il primo ministro Donald Tusk hanno chiesto un'indagine trasparente e un risarcimento alla famiglia della vittima da parte di Israele

Il commento infelice dell'ambasciatore israeliano in Polonia

Ad alimentare la tensione un commento dell'ambasciatore israeliano in Polonia, Yacov Livne, che martedì ha reagito a quelli che, a suo dire, sono tentativi dell'"estrema destra e della sinistra in Polonia" di accusare Israele di "omicidio intenzionale" per l'attacco.

Livne ha scritto sui social media che "gli antisemiti rimarranno sempre antisemiti e Israele rimarrà uno Stato ebraico democratico che lotta per il suo diritto di esistere. Anche per il bene di tutto il mondo occidentale". 

Venerdì 5 aprile il vice ministro degli Esteri polacco Andrzej Szejna ha incontrato l'ambasciatore israeliano in Polonia Yacov Livne per protestare contro quanto accaduto a Gaza. Szejna ha dichiarato di aver consegnato una nota di protesta al diplomatico, descrivendo la posizione polacca durante l'incontro come "ferma".

La reazione dei leader polacchi

Il presidente polacco ha insistito sul fatto che le autorità israeliane hanno parlato della tragedia "in modo molto sommesso" mentre, "purtroppo, il loro ambasciatore in Polonia non è in grado di mantenere tale delicatezza e sensibilità, il che è inaccettabile", ha dichiarato.

Il governo in carica, pur essendo in totale contrasto con Duda nella politica interna, ha espresso una posizione simile. Giovedì Tusk ha dichiarato che il commento aveva offeso i polacchi e che l'ambasciatore avrebbe dovuto scusarsi. Condanna anche da parte di Duda: il presidente polacco ha definito la dichiarazione di Livne "oltraggiosa" e ha descritto l'ambasciatore come "il più grande problema per lo Stato di Israele nelle relazioni con la Polonia".

Già mercoledì Tusk aveva pubblicato sui social media un commento rivolto a Netanyahu e a Livne, affermando che "la stragrande maggioranza dei polacchi ha mostrato piena solidarietà con Israele dopo l'attacco di Hamas. Oggi state mettendo questa solidarietà a dura prova. Il tragico attacco ai volontari e la vostra reazione suscitano una comprensibile rabbia".

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