Unione europea: quali risorse per soddisfare le sue ambizioni

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Parlamento europeo Diritti d'autore Jean-Francois Badias/AP
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Di Amandine Hess
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in francese

Si discute di una riforma delle istituzioni per rendere l'Ue più efficiente, più democratica e più adatta alle sfide contemporanee

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Sono passati 15 anni dall'ultimo aggiornamento del Trattato di Lisbona: firmato nel 2007 ed entrato in vigore nel 2009, il trattatoha chiarito la divisione delle competenze tra l'Unione europea e gli Stati membri, conferendo una propria personalità giuridica e prevedendo per la prima volta una procedura formale per il ritiro di uno Stato membro dall'Unione.

Da allora, l'allargamento è una delle ragioni regolarmente addotte dai sostenitori della riforma delle istituzioni, dei trattati e del bilancio dell'Ue, ma non è l'unica. Secondo il rapporto "Trattati Ue: perché hanno bisogno di cambiamenti mirati" della Fondazione per gli Studi Europei Progressisti, la guerra in Ucraina, la transizione digitale ed energetica, la lotta al cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali, sono tutte sfide globali che richiedono una maggiore capacità d'azione da parte dell'Unione. 

Negli ultimi anni l'allargamento e la riforma interna sono stati regolarmente all'ordine del giorno delle istituzioni europee. Alla fine di novembre il Parlamento europeo ha dato il via libera alle proposte di riforma dei Trattati Ue. Al Vertice di Granada di inizio ottobre scorso, anche la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, ha chiesto che l'allargamento dell'Ue non attenda una modifica dei Trattati. 

Quali proposte di riforma sono state avanzate? Come verrebbero adottate? Ecco 7 aree chiave di riforma.

1. Processo decisionale e allargamento

Innanzitutto, gli eurodeputati chiedono di modificare i meccanismi di voto all'interno del Consiglio. Per evitare che le istituzioni si blocchino, chiedono la generalizzazione del voto a maggioranza qualificata in tutti i settori in cui è ancora richiesta l'unanimità.

Attualmente, la maggioranza qualificata si raggiunge quando almeno il 55 per cento degli Stati membri (cioè 15 su 27) vota a favore e quando questi Stati membri rappresentano almeno il 65 per cento della popolazione dell'Ue.

I deputati chiedono inoltre un sistema più bicamerale che rafforzi il ruolo del Parlamento e un'inversione dei ruoli attuali nell'elezione del Presidente della Commissione: in futuro, il Parlamento proporrà il Presidente della Commissione e il Consiglio lo approverà.

Per preparare le istituzioni dell'Ue all'allargamento, il "Gruppo dei Dodici", un gruppo di lavoro franco-tedesco sulle riforme istituzionali, sostiene l'abolizione del potere di veto nel campo degli affari esteri, il mantenimento di un numero massimo di 751 eurodeputati e l'estensione del formato del trio a cinque presidenze del Consiglio dell'Ue.

2. Pace e sicurezza

La guerra in Ucraina ha evidenziato "la portata e i limiti del potere dell'Unione europea", afferma nel suo rapporto la Fondazione per gli studi progressisti europei. Sebbene gli Stati membri abbiano adottato una serie di sanzioni contro la Russia e fornito sostegno economico, militare e umanitario all'Ucraina, la guerra ha dimostrato la loro incapacità di anticipare la crisi, la loro dipendenza dagli Stati Uniti per la propria difesa e la loro dipendenza dalle importazioni di gas russo.

I membri del Parlamento europeo propongono quindi la creazione di un'U****nione di difesa con capacità militari.

3. Consolidare lo Stato di diritto

La difesa dello Stato di dirittoe lalegittimità democratica dell'Ue potrebbero essere rafforzate attraverso riforme istituzionali. In questo senso gli autori del rapporto "Navigating the High Seas: Eu Reform and Enlargement in the 21st Century" (Navigare in alto mare: la riforma e l'allargamento dell'Ue nel XXI secolo, ndt) raccomandano di aumentare la condizionalità del bilancio e di migliorare l'articolo 7 del Trattato sull'Unione europea (Tue), che consente di sospendere il diritto di voto di uno Stato membro in seno al Consiglio se non rispetta valori fondamentali come la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani.

L'articolo 7 è stato utilizzato dalla Commissione europea per la prima volta contro la Polonia nel 2017 quando Varsavia stava pianificando una riforma che minacciava l'indipendenza della magistratura. Nel 2018 l'Ungheria è stata presa di mira dalla stessa procedura in seguito a preoccupazioni sull'indipendenza della magistratura, sulla libertà di espressione, sulla corruzione e sui diritti delle minoranze. 

"L'articolo 7 non ha funzionato semplicemente perché se un Paese è accusato di aver violato queste regole, basta che un altro Paese blocchi una decisione presa nei suoi confronti. Negli ultimi anni, Ungheria e Polonia si sono protette a vicenda in diverse occasioni", ha spiegato Daniela Schwarzer, membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Bertelsmann.

4. Il cambiamento climatico

Il Trattato sul funzionamento dell'Ue fa già riferimento alla protezione dell'ambiente. Gli eurodeputati hanno inoltre chiesto di aggiungere tra gli obiettivi dell'Unione la riduzione del riscaldamento globale e la conservazione della biodiversità. La Fondazione per gli Studi Progressisti Europei propone di introdurre una nuova competenza esclusiva dell'Ue in termini di politica internazionale per la lotta al cambiamento climatico, che consentirebbe all'Unione di negoziare le norme ambientali con una sola voce.

5 Transizione energetica

L'impennata dei prezzi dell'energia in seguito alla guerra in Ucraina ha evidenziato la dipendenza di alcuni Paesi europei dal gas russo.

I membri del Parlamento europeo propongono la creazione di un'Unione europea dell'energia integrata per garantire ai cittadini europei un approvvigionamento energetico stabile, accessibile e sostenibile. Questa strategia si basa su cinque pilastri: sicurezza energetica, mercato interno dell'energia integrato, efficienza energetica, decarbonizzazione dell'economia e ricerca ed economia.

6. La transizione digitale

Il Trattato di Lisbona non menziona il termine "digitale". Molti esperti insistono quindi sulla necessità di aggiornare il testo.

L'Unione europea ha già adottato testi importanti sulle questioni digitali. Il Digital Markets Act (Dma), ad esempio, fornisce un quadro per l'attività economica delle principali piattaforme digitali come YouTube, Facebook, Amazon e Microsoft nell'Unione europea. Il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr) protegge i dati personali degli utenti. Secondo gli autori del rapporto "The EU Treaties: Why they need targeted changes", le questioni digitali dovrebbero essere una competenza condivisa tra l'Ue e gli Stati membri, al fine di garantire l'accesso a Internet, il diritto alla disconnessione, l'educazione digitale, il diritto a vivere senza dover ricorrere alle tecnologie digitali e il diritto a un ambiente sicuro.

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7. Salute

Infine, la pandemia di Covid-19 ha evidenziato la necessità di un coordinamento e di una cooperazione a livello europeo nel campo della salute.

Uno spazio europeo dei dati sanitari, un accesso equo all'assistenza sanitaria all'interno dell'Ue, l'acquisto congiunto di vaccini e farmaci, la gestione delle malattie rare e lo sviluppo di farmaci orfani sono solo alcuni dei beni pubblici che potrebbero essere sviluppati. Secondo la Fondazione per gli Studi Progressisti Europei, questi sono tutti beni pubblici che potrebbero essere sviluppati su scala europea se le competenze dell'Ue fossero estese.

Alcuni oppositori di tali riforme ritengono che questi poteri dovrebbero essere devoluti agli Stati membri e chiedono una maggiore sovranità nazionale. Altri ritengono che le modifiche ai Trattati non siano necessarie perché i testi consentono già alcune di queste misure.

Come vengono modificati i Trattati?

1. Procedura di revisione ordinaria

Il governo di uno Stato membro, il Parlamento europeo e la Commissione europea possono presentare al Consiglio dell'Unione europea (composto dai ministri dei governi degli Stati membri) una proposta di modifica dei trattati.

Il Consiglio dell'Unione europea, a sua volta, sottopone queste proposte al Consiglio europeo (composto dai capi di Stato o di governo degli Stati membri), il cui presidente può decidere di convocare una Convenzione.

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Il Presidente del Consiglio europeo convoca quindi una Conferenza dei rappresentanti dei governi degli Stati membri per adottare per consenso le modifiche proposte ai trattati. Tali modifiche devono poi essere ratificate da tutti gli Stati membri.

2. Procedura di revisione semplificata

Il Trattato di Lisbona crea una procedura semplificata per la modifica delle politiche e delle azioni interne dell'Ue.

Questa procedura evita la necessità di convocare la Convenzione e la Conferenza dei rappresentanti. 

Le modifiche ai trattati devono essere ratificate da tutti gli Stati membri.

3. Clausole ponte

Le cosiddette clausole ponte o passerella sono una seconda procedura di revisione semplificata utilizzata in due scenari.

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Per gli atti legislativi adottati dal Consiglio dell'Ue all'unanimità, il Consiglio europeo può autorizzare i Consigli a deliberare a maggioranza qualificata.

Per gli atti legislativi adottati dal Consiglio dell'Ue nell'ambito di una procedura legislativa speciale, il Consiglio europeo può autorizzare il ricorso alla procedura legislativa ordinaria.

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