MH370, chieste nuove ricerche dell'aereo: un mistero che dura da dieci anni

Un ufficiale di volo scruta l'acqua dell'Oceano Indiano meridionale, al largo dell'Australia, durante le ricerche del volo MH370 (22 marzo 2014)
Un ufficiale di volo scruta l'acqua dell'Oceano Indiano meridionale, al largo dell'Australia, durante le ricerche del volo MH370 (22 marzo 2014) Diritti d'autore Rob Griffith/AP
Diritti d'autore Rob Griffith/AP
Di Gabriele Barbati
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Dieci anni dall'inabissamento in mare dell'aereo della Malaysia Airlines decollato da Kuala Lumpur per Pechino. I familiari delle 239 vittime chiedono nuove ricerche dell'MH370 inabissatosi senza spiegazioni su un'altra rotta nell'Oceano indiano

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Sono passati dieci anni dalla scomparsa con 239 persone a bordo del volo MH370 della Malaysia Airlines, partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino, uno dei più grandi misteri dell'aviazione civile.

I parenti delle vittime in Cina chiedono altre ricerche dell'MH370

Venerdì, i familiari di alcune delle 154 vittime di nazionalità cinese hanno incontrato funzionari del ministero degli Esteri e diplomatici malesi a Pechino chiedendo loro di fare chiarezza sulla vicenda.

"Spero che possano fare ripartire le ricerche il prima possibile, per trovare mio figlio" ha detto Li Shuce, padre di una delle vittime. Il governo della Malesia, che ha risarcito una parte delle famiglie dopo un'inchiesta inconcludente, non ha escluso questa possibilità.

Le ricerche, durate tre anni fino al maggio 2017, hanno restituito pochi pezzi dell'aereo e moltissime teorie.

L'ultimo tentativo di individuare la fusoliera e le scatole nere è stato fatto quattro anni fa, con una squadra di ingegneri e oceanografi che non è riuscita tuttavia a dare certezze sull'incidente.

Cosa è successo sul volo MH370 della Malaysia Airlines

L'8 marzo 2014 il Boeing (modello 777-200ER), con 227 passeggeri e 12 membri dell'equipaggio, a meno di un'ora dal decollo da Kuala Lumpur aveva lasciato lo spazio aereo malese in direzione del Vietnam. 

Improvvisamente le comunicazioni erano state interrotte e il velivolo aveva cambiato direzione due volte, continuando a volare per ore verso ovest anzichè est, prima di inabissarsi in qualche punto dell'Oceano Indiano.

La ricostruzione più accreditata da documentari e approfondimenti giornalistici sul caso in questi anni è che l'esperto comandante del volo, Zaharie Ahmad Shah, abbia pianificato nel dettaglio l'inabissamento.

Lo indicherebbero le manovre sofisticate condotte da Shah, 53 anni e tre figli, provate qualche giorno prima su un simulatore, e la disattivazione dei sistemi di allarme e di volo automatico del Boeing, per quanto non sia stato individuato un movente del gesto.

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