La Germania puo' essere imparziale sulla guerra a Gaza?

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Di Monica Pinna
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In Germania il conflitto Israele-Hamas ha un impatto maggiore che in altri Paesi europei. Perché? Antisemitismo e islamofobia sono in aumento. Come risponde la classe politica a ebrei e musulmani tedeschi? La reporter Monica Pinna è andata a Berlino per cercare risposte.

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In Germania una delle più grandi comunità palestinesi d'Europa convive con il peso storico dell’Olocausto. Nel primo mese dopo il 7 ottobre, gli episodi di antisemitismo in Germania sono aumentati di oltre il 300%, secondo un’associazione federale che registra questi incidenti.

“Non ci serve empatia, non ci servono terapie, ci servono misure di sicurezza", speiga Ita, mebro della comunità ebraica, Kahal Adass Jisroel di Berlino. La sinagoga della sua comunità è stata attaccata con bombe Molotov pochi giorni dopo l’iniizo della guerra.

Anche le comunità musulmane sono finite nel mirino, ma molti episodi secondo alcuni esponenti, non vengono denunciati.

Jian Omar è un deputato di origine curdo-siriana del Parlamento dello Stato di Berlino. E’ stato oggetto di vari attacchi islamofobici e li ha sempre denunciati. E’ stato minacciato da una donna con un martello, il suo ufficio è sistematicamente preso di mira e ha anche ricevuto lettere contenenti minacce di morte.

"Ci sono gruppi di destra che agiscono contro i musulmani e contro i migranti in generale – spiega Omar. “Alcune vittime hanno l'impressione che gli attacchi islamofobici spesso non ricevano attenzione da parte delle autorità. Per questo una parte della comunità araba non ha fiducia nello Stato".

Le dimostrazioni filo-palestinesi sono state vietate per circa un mese dopo l'inizio della guerra. Oggi a Berlino si manifesta quasi ogni giorno, ma gli attivisti sostengono che la libertà di espressione è a rischio.

“Veniamo discriminati dal Governo tedesco e criminalizzati dalla polizia” sostiene un manifestante filo-palestinese durante un assembramento a Berlino.

Le ragioni degli attivisti filo-palestinesi sui social media
Le ragioni degli attivisti filo-palestinesi sui social mediaPinna, Monica/

Il sostegno della Germania a Israele è esplicito, come accade anche nella maggior parte degli stati europei. Il Cancelliere Scholz, pochi giorni dopo l’inizio della guerra aveva dichiarato : "In questo momento la Germania ha un solo posto, ed è al fianco di Israele. La storia della Germania e la responsabilità che ha avuto nell'Olocausto ci impongono di mantenere la sicurezza e l'esistenza di Israele".

Alcune dichiaraizoni di esponenti politici hanno incediato il dibattito. Freidrich Merz, leader del partito conservatore all’opposizione CDU, ha affermato in un’intervista che la Germania non potrà accolgliere rifugiati da Gaza precisando: “Abbiamo abbastanza giovani antisemiti in Germanina”.

A dicembre, lo Stato conservatore della Sassonia-Anhalt ha approvato un decreto che richiede di ricononoscere l’esistenza dello Stato di Israele come condizione per acquisire la cittadinanza tedesca. Questo decreto è legale?

"Non è giuridicamente a tenuta stagna – speiga un professore di Diritto ed Economia di Berlino. “Quello che sta facendo la Sassonia Anhalt implica una modifica della legge da parte del Parlamento. Abbiamo una legge federale sulla cittadinanza e dovrebbe essere la stessa in tutti gli Stati. C'è un messaggio politico, questo è sicuro”.

Un altro episodio che ha fatto polemica riguarda la revoca dei finanziamenti al centro culturale Oyoun da parte dello Stato di Berlino. Questa comunità di artisti e attivisti si sente sanzionata per la propria posizione su Israele. Spiega di non aver voluto cancellare un evento come richiesto dalle autorità.

"Negli ultimi anni il Senato ha chiesto più volte a Oyoun di non ospitare eventi di due gruppi in particolare, “Jewish Voice for Peace” e “Palestine Speaks” – speiga la co-fondatrice di Oyoun Nina Martin. Entrambe le organizzazioni non sono vietate ed entrambe si battono per la parità di diritti tra Israele e Palestina. Spesso questa posizione non è molto apprezzata nel discorso pubblico tedesco”.

All'inizio di novembre, il Governo federale tedesco ha approvato l'esportazione di armi in Israele per oltre 300 milioni di euro. Un aumento dieci volte superiore rispetto al 2022.

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