Un uomo armato ha fatto irruzione nella sede della Procter and Gamble a Gebze, nella provincia di Kocaeli, in Turchia. Avrebbe agito contro le operazioni militari israeliane nella Striscia
Sarebbero due i sequestratori armati che hanno preso in ostaggio sette lavoratori della fabbrica della multinazionale statunitense **Procter & Gamble,**nella zona industriale di Gebze, a circa 80 chilometri di distanza da Istanbul.
Nelle immagini circolate sui social un uomo col volto coperto, armato di pistola che indossa una cintura esplosiva rudimentale legata intorno alla vita è in piedi accanto a una parete su cui sono disegnate la bandiera palestinese e la scritta "per Gaza".
La polizia turca circonda la fabbrica Procter & Gamble
Le autorità hanno attivato il protocollo d'emergenza. Sul posto sono arrivate le ambulanze e le squadre speciali che hanno circondato l'edificio. Le strade sono state bloccate e la polizia sta trattando con l'uomo per il rilascio dei prigionieri.
Secondo quanto si apprende dai media locali, dopo aver preso i sette ostaggi, gli assalitori hanno permesso al resto dei lavoratori di lasciare l'edificio. Gli agenti hanno confermato gli uomini affermano di agire "per Gaza".
"Gli operai sono stati evacuati dalla fabbrica, ma sette operai restano in ostaggio. Il padrone è responsabile della loro sicurezza", ha precisato il sindacato Umut-Sen in un messaggio pubblicato su X.
La telefonata di un ostaggio al marito
Ismet Zihni, marito di una lavoratrice presa come ostaggio, ha affermato di aver ricevuto una telefonata dalla donna. "Stiamo bene, siamo stati presi in ostaggio", queste le parole della lavoratrice che subito dopo ha riattaccato, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa turca Iha.
"Ho ricevuto la notizia intorno alle 14:30 (ora turca, 12:30 ora italiana)", ha affermato Zihni, raccontando di aver successivamente ricevuto un messaggio da sua moglie: "Stiamo bene, non ci ha fatto niente. Ha sparato qualche colpo".