Israele, la Corte suprema boccia la riforma della Giustizia del governo Netanyahu

Le proteste contro la riforma della giustizia in Israele
Le proteste contro la riforma della giustizia in Israele Diritti d'autore Ohad Zwigenberg/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Stefania De Michele
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Con una decisione di rottura, che potrebbe riaprire le spaccature nella società israeliana, la Corte suprema ha bloccato una parte chiave della riforma della giustizia

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Se a distrarre l'attenzione ci aveva pensato la guerra di Israele contro Hamas, è la Corte suprema israeliana a riportare sotto i riflettori la controversa revisione del sistema giudiziario, voluta dal primo ministro Benjamin Netanyahu.

Con una decisione di grande impatto, che potrebbe riaprire le spaccature nella società israeliana, che hanno preceduto il deflagrare del conflitto a Gaza, la Corte ha bloccato una parte chiave della riforma della giustizia.

Le proteste di piazza contro la riforma Netanyahu

Il progetto di revisione aveva scatenato mesi di proteste di massa, minacciando di innescare una crisi costituzionale tra il ramo giudiziario e quello legislativo. E le reazioni non si sono fatte attendere. 

Il ministro della Giustizia Yariv Levin, vicino al primo ministro e promotore della legge, ha dichiarato che la decisione della Corte Suprema è "l'opposto dello spirito di unità necessario in questi giorni per il successo dei nostri soldati al fronte. Il verdetto, che non ha eguali nelle democrazie occidentali, non ci scoraggerà - ha aggiunto Levin - poiché le campagne proseguono su diversi fronti. Continueremo ad agire con moderazione e responsabilità." 

Cosa ha deciso la Corte suprema israeliana

Nella decisione di lunedì la Corte ha votato di stretta misura - 8 a 7 - per rovesciare la riforma approvata a luglio, che impedisce ai giudici di bocciare le decisioni del governo che ritengono "irragionevoli".

Inoltre dodici giudici su 15 hanno stabilito che la Corte suprema ha l'autorità di esercitare un controllo sulle leggi fondamentali di Israele, norme che nel Paese godono di status costituzionale. In casi eccezionali i giudici potranno intervenire in casi eccezionali ed estremi in cui la Knesset abbia superato la sua autorità come ramo del governo abilitato a legiferare le disposizioni della Costituzione attraverso l'approvazione di leggi fondamentali.

Gli oppositori avevano sostenuto che gli sforzi di Netanyahu per eliminare lo standard di ragionevolezza aprono la porta a corruzione, nomine arbitrarie, potere senza controllo. 

I giudici della Corte Suprema hanno bocciato la normativa, affermando che avrebbe danneggiato gravemente la democrazia israeliana. Sono riusciti nell'intento grazie alla presidente uscente, Esther Hayut, che sta per andare in pensione (lunedì era il suo ultimo giorno di lavoro).

La legge è stata la prima di un progetto di revisione del sistema giudiziario israeliano.
L'iter è stato sospeso dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre.
Si è trattato di un colpo significativo per Netanyahu e i suoi alleati della linea dura, che sostengono che la Knesset, e non la Corte, debba avere l'ultima parola sulla legislazione.

I giudici affermano che il parlamento non ha un potere "onnipotente".

Possibili scenari

Il governo di Netanyahu potrebbe decidere di ignorare la sentenza di lunedì, ponendo le basi per una resa dei conti costituzionale su quale ramo del governo abbia l'autorità ultima. 

Secondo il sistema israeliano, il primo ministro governa attraverso una coalizione di maggioranza in parlamento, che di fatto gli conferisce il controllo sui rami esecutivo e legislativo. Di conseguenza, la Corte suprema svolge un ruolo di supervisione.

Secondo i critici, cercando di indebolire il sistema giudiziario, Netanyahu e i suoi alleati intendono minare gli equilibri del Paese e consolidare il potere sul terzo ramo indipendente del governo.

Cosa prevede la riforma della giustizia di Netanyahu

Netanyahu e i suoi alleati hanno annunciato il loro ampio piano per rimodellare il sistema giudiziario poco dopo il suo insediamento, un anno fa.

Il piano prevede di ridimensionare il potere dei giudici, anche limitando la capacità della Corte suprema di rivedere le decisioni parlamentari e cambiando il modo in cui i magistrati vengono nominati.

I sostenitori affermano che le modifiche mirano a rafforzare la democrazia, circoscrivendo l'autorità dei giudici non eletti e trasferendo maggiori poteri agli eletti. Ma gli oppositori vedono la revisione come un affondo di Netanyahu, che è sotto processo per corruzione, a un organo di controllo chiave.

Il Movimento per un governo di qualità in Israele, un gruppo di buon governo che si è opposto alla legislazione, ha definito la sentenza della Corte Suprema "un'enorme vittoria pubblica per coloro che cercano la democrazia".

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