È stata smantellata la rete di spie che raccoglieva informazioni per la Russia. Le operazioni spaziavano dalla propaganda anti Ucraina, per instillare l'odio per il Paese in Polonia, al sabotaggio: volevano far deragliare i treni carichi di aiuti per Kiev
Quattordici cittadini di Russia, Bielorussia e Ucraina sono stati riconosciuti colpevoli di spionaggio, in un processo conclusosi martedì a Lublino.
Il tribunale ha giudicato gli imputati, che non erano presenti in aula ma che hanno confessato, colpevoli di aver preparato operazioni di propaganda, sabotaggio e raccolta di informazioni sensibili per conto della Russia contro la Polonia.
Alcuni di loro, ha detto il giudice Jaroslaw Kowalski nel leggere la sentenza, "operavano nell'ambito di un gruppo criminale organizzato", riferendosi una rete di spionaggio che nel frattempo è stata smantellata.
Tra le operazioni preparate, che hanno portato all'incriminazione il mese scorso, c'era il tentativo di far deragliare i convogli di aiuti destinati all'Ucraina e la sorveglianza di strutture e postazioni militari nonché delle infrastrutture cruciali in Polonia.
Gli atti di sabotaggio miravano anche a instillare nei polacchi l'odio contro la vicina Ucraina attraverso la propaganda, si legge nella nota.
"I compiti assegnati comprendevano l'identificazione di strutture militari e infrastrutture critiche, il monitoraggio e la documentazione di treni che trasportavano aiuti militari e umanitari in Ucraina e la preparazione del deragliamento dei convogli", aveva dichiarato in un comunicato l'ufficio del coordinatore dei servizi speciali di sicurezza polacchi Mariusz Kaminski, al momento dell'arresto dei sospettati, lo scorso novembre.
Le condanne vanno da un mese a sei anni di carcere. Altri due presunti membri della rete, gli unici che hanno ritirato le loro iniziali dichiarazioni di colpevolezza, saranno processati separatamente.
Ignota l'identità dei condannati
Uno dei condannati è Maxim S., un russo che giocava in un club polacco di hockey sul ghiaccio a Sosnowiec al momento del suo arresto lo scorso giugno. All'epoca Mosca aveva protestato, chiedendo “spiegazioni esaustive” a Varsavia.
Sebbene non sia stata rivelata l'identità completa degli imputati, secondo quanto riferito dal quotidiano Rzeczpospolita il gruppo comprenderebbe "due avvocati ucraini e un politologo, un insegnante di francese, un tecnico farmaceutico e un ingegnere informatico".
Gli investigatori hanno scoperto che i membri della rete ricevevano istruzioni tramite Telegram, un'app di messaggistica crittografata e venivano pagati in criptovalute. Secondo i media polacchi, la paga oscillava tra i 300 e i 10.000 dollari, ovvero tra i 273 e i 9.112 euro.