Gaza, condanne internazionali per l'attacco all'ospedale al Shifa. Usa: non abbiamo dato luce verde

attacco israeliano all'ospedale al Shifa
attacco israeliano all'ospedale al Shifa Diritti d'autore Israel Defense Forces/AP
Diritti d'autore Israel Defense Forces/AP
Di Greta Ruffino
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Gli Stati Uniti non avrebbero dato il via libera per l'attacco all'ospedale al Shifa, la più grande struttura ospedaliera nel nord della Striscia di Gaza. Lo afferma il portavoce del consiglio di sicurezza della casa bianca, John Kirby

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Gli Stati Uniti non hanno dato il "via libera alle operazioni militari israeliane" nell'ospedale di Al Shifa. Lo riferisce il portavoce del Consiglio di Sicurezza della Casa Bianca. 

John Kirby ha dichiarato in una conferenza stampa che gli Usa, pur sostenendo la teoria che Hamas stia usando l'ospedale come scudo, non vogliono attacchi aerei sugli ospedali, né vogliono che "civili innocenti, pazienti e personale medico" risultino vittime del fuoco incrociato tra Hamas e le Forze di Difesa Israeliane (Idf)".
L'esercito israeliano ha invece descritto l'incursione come un'operazione "precisa e mirata" contro Hamas, pubblicando alcuni video, da verificare, che mostrerebbero il ritrovamento di armi, munizioni e attrezzature tecnologiche.

L'organizzazione ha invece negato le accuse di aver utilizzato gli ospedali di Gaza, compreso quello di al-Shifa, per le sue operazioni.

In un comunicato Hamas ha affermato che le affermazioni di Israele non sarebbero altro che "La continuazione delle bugie e della propaganda a buon mercato, attraverso la quale Israele sta cercando di dare giustificazione per il suo crimine, volto a distruggere il settore sanitario a Gaza".

Mentre Israele stringe l'assedio sul nord di Gaza, si parla già di un futuro spostamento al sud, dove risiede la maggior parte della popolazione della Striscia di Gaza, per sradicare Hamas.

Attacchi israeliani agli ospedali sotto indagine

Intanto il Ministero degli Affari Esteri del Qatar chiede “un’indagine internazionale urgente”, anche da parte delle Nazioni Unite, per esaminare “l’attacco agli ospedali da parte dell’esercito di occupazione israeliano”. Doha ha affermato in un comunicato che il raid israeliano all'ospedale al-Shifa è “un crimine di guerra e una palese violazione delle leggi internazionali”.

Per la prima volta dall'inizio del conflitto, le autorità di difesa israeliane hanno permesso l'ingresso di carburante a Gaza, che sarà utilizzato dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi per continuare a trasportare cibo e medicine nell'enclave.

A New York i membri del consiglio di Sicurezza dell'Onu hanno dato il via all'incontro per votare il progetto presentato da Malta per una pausa umanitaria e per consentire agli aiuti umanitari di entrare a Gaza. Dodici nazioni hanno votato a favore della risoluzione, con tre astensioni, tra cui Stati Uniti e Regno Unito. Senza voti contrari, il presidente del Consiglio di sicurezza Zhang Jun ha annunciato che la risoluzione era approvata.

Philippe Lazzarini, a capo dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unwra), ha dichiarato che "La nostra intera operazione è ora sull'orlo del collasso" e che "entro la fine di oggi, circa il 70% della popolazione di Gaza non riuscirà più a sopravvivere e ad avere accesso all’acqua pulita”. Le pompe dell'acqua e il trattamento delle acque reflue nel sud della Striscia di Gaza sono infatti fermi per mancanza di carburante.

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