Gaza-Israele, Iran e Turchia premono per un cessate il fuoco immediato

Ministro degli esteri turco Hakan Fidan
Ministro degli esteri turco Hakan Fidan Diritti d'autore Vahid Salemi/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Debora Gandini
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Nell'Angelus pronunciato in piazza San Pietro, il Pontefice ha esortato i fedeli a non “dimenticare” i conflitti in Ucraina, in Israele nei Territori palestinesi e in tutti quei paesi del mondo spesso dimenticati

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Una situazione che rischia di diventare sempre più incandescente. Mentre l'Iran minaccia di intervenire nel conflitto israeliano con Gaza se non si raggiungerà presto un cessate il fuoco le diplomazie sono al lavoro per cercare di porre freno alle violenze in corso. Il ministro degli Esteri iraniano Hosein Amir Abdollahian durante una visita in Turchia ha sottolineato che l'intera regione ormai è come se fosse la loro patria.

Parole condivise dal collega turco Hakan Fidan che a sua volta ha accusato l’Unione europea di "non voler sentire parlare" di un cessate il fuoco, condividendo le preoccupazione di Teheran per una possibile escalation del conflitto in Medio Oriente fino alla Siria e al resto della regione.

"Ora, siamo preoccupati per la diffusione geografica del conflitto. Ne abbiamo discusso anche con il “nostro fratello iraniano” e lui ha appena detto che ci sono forti indicazioni che altri elementi armati nella regione potrebbero intervenire nel conflitto se le condizioni non cambieranno. Di fronte a tale realtà, il cessate il fuoco e la pace sono diventati più essenziali che mai”, ha sottolineato il ministro turco.

Intanto il capo della politica estera europea, Josep Borrell, si è detto "inorridito" dall'"elevato numero di vittime" seguito all'attacco israeliano al campo profughi di Jabalia, sottolineando che la protezione dei civili "non è solo un obbligo morale ma anche un diritto".

Borrell, con diversi messaggi pubblicati su X, ha insistito sul fatto che il diritto di Israele a difendersi deve essere "bilanciato dall'obbligo di risparmiare i civili nella massima misura possibile".

E mentre la Giordania ha richiamato il suo ambasciatore da Israele, pronto a tornare Tel Aviv solo se quando lo stato ebraico metterà fine alla crisi umanitaria a Gaza, da Roma è arrivata la preghiera di Papa Francesco per la fine di tutti i conflitti e le violenze.

"Continuiamo a pregare per le persone che soffrono a causa delle guerre di oggi. Non dimentichiamo l'Ucraina e i suoi tormenti, non dimentichiamo la Palestina, non dimentichiamo Israele. Non dimentichiamo tanti altri luoghi nel mondo dove la guerra infuria ancora”, ha dichiarato Bergoglio.

Nell'Angelus pronunciato in piazza San Pietro, il Pontefice ha esortato i fedeli a non “dimenticare” i conflitti in Ucraina, in Israele nei Territori palestinesi e in tutti quei paesi del mondo spesso dimenticati. 

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