Un'adolescente iraniana è stata dichiarata "cerebralmente morta" dai media di Stato iraniani dopo essere entrata in coma all'inizio del mese, durante un "incidente" con gli agenti per la violazione della legge sull'hijab
Una studentessa liceale iraniana, entrata in coma in circostanze controverse nella metropolitana di Teheran all'inizio di dicembre, è in stato di morte cerebrale, secondo i media locali.
"Lo stato di salute di Armita Geravand non è incoraggiante e, nonostante gli sforzi dei medici, sembra essere in morte cerebrale", ha dichiarato domenica l'agenzia iraniana Borna, collegata al ministero della Gioventù e dello Sport.
La 16enne, originaria di una regione curda, è ricoverata all'ospedale Fajr di Teheran dal 1° ottobre dopo essere crollata nella metropolitana della capitale.
Le circostanze dello svenimento sono controverse: le autorità hanno affermato che l'adolescente aveva subito un "calo di pressione" e hanno negato qualsiasi "alterco verbale o fisico" tra lei "e i passeggeri o il personale della metropolitana".
Tuttavia, secondo le Ong, la studentessa è stata gravemente ferita in una "aggressione" da parte dei membri della Polizia morale, responsabili di far rispettare l'obbligo per le donne iraniane di indossare il velo in pubblico.
Questo caso arriva a poco più di un anno dalla morte in carcere, il 16 settembre 2022, di Mahsa Amini, ragazza curdo-iraniana di 22 anni arrestata dalla Polizia morale per aver presumibilmente violato le rigide regole di abbigliamento imposte alle donne dal governo.
La sua morte ha scatenato un vasto movimento di protesta nel Paese che ha provocato diverse centinaia di morti, tra cui membri delle Forze di sicurezza, e ha portato all'arresto di migliaia di persone.