Fukushima, l'Aiea testa acqua e pesci per tutelare la salute pubblica

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Di Debora Gandini
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Gli esperti delle Nazioni Unite hanno testato campioni di pesce nella prefettura di Fukushima per la prima volta dopo l’inizio dello scarico nell’oceano dell’acqua proveniente dalla centrale nucleare danneggiata

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Gli esperti delle Nazioni Unite hanno testato campioni di pesce nella prefettura di Fukushima per la prima volta dopo l’inizio dello scarico nell’oceano dell’acqua proveniente dalla centrale nucleare danneggiata. 

Uno dei team dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha affermato di non aspettarsi di trovare livelli elevati una volta completati i test.

L’annuncio segue la decisione della Cina e poi della Russia di sospendere le importazioni di prodotti ittici dal Giappone, contestando i presunti rischi ambientali e per la salute umana legati al processo di scarico nell’Oceano Pacifico dell’acqua stoccata per anni attorno al sito del disastro nucleare di Fukushima, e sottoposta ad apposite procedure di decontaminazione.

Il Giappone afferma che l’operazione, intrapresa ad agosto sotto la vigilanza dell’autorità nazionali e dell’Aiea, sia sicura per l’ambiente e la salute umana.

La ricostruzione

Lo scarico delle acque nell'oceano Pacifico è iniziato lo scorso 24 agosto, secondo quanto dichiarato dal primo ministro Fumio Kishida. Lo scarico è avvenuto a una velocità massima di 500.000 litri al giorno, sulla costa nord orientale del Giappone. Ci sono più di 1,3 milioni di tonnellate in deposito, pari al contenuto di circa 500 piscine olimpioniche.

Nonostante il sostegno dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), questa operazione ha suscitato le proteste di ambientalisti, pescatori, cittadini comuni e governi vicini. Sebbene siano state trattate per ridurne la radioattività, queste acque contengono trizio, un isotopo radioattivo.

Le acque in questione in passato erano destinate al raffreddamento dei reattori nucleari, ancora altamente radioattivi dopo il terribile incidente del 16 marzo 2011, uno dei peggiori disastri atomici del mondo. Sulla scala internazionale degli eventi nucleari e radiologici - scala Ines - l'incidente è stato catalogato al livello 7, il più alto, definito come catastrofico.

Vennero infatti danneggiati i sistemi di raffreddamento di emergenza di ben tre reattori causando in tutti la fusione del nocciolo. In quell'occasione, a provocare l'emergenza e a mettere fuori uso la centrale nucleare di Fukushima-Daiichi, furono un forte terremoto e uno tsunami che hanno ucciso circa 18.000 persone.

La Tepco afferma che l'acqua è stata diluita e filtrata per rimuovere tutte le sostanze radioattive, a eccezione del trizio, i cui livelli sembrerebbero essere di gran lunga inferiori a quelli pericolosi.

I timori sulla radioattività

Secondo quanto dichiarato dal gruppo ambientalista Greenpeace, il processo di filtrazione sarebbe invece difettoso e una quantità "immensa" di materiale radioattivo sarà dispersa in mare nei prossimi decenni. Al contrario, l'organo di controllo atomico delle Nazioni Unite ha dichiarato a luglio che il rilascio avrebbe avuto un "impatto radiologico trascurabile sulle persone e sull'ambiente".

La Cina ha accusato il Giappone di trattare l'oceano come una "fogna", vietando le importazioni di cibo da 10 prefetture giapponesi, già prima del rilascio, e ha imposto severi controlli sulle radiazioni. Anche Hong Kong, un importante mercato per le esportazioni giapponesi di prodotti ittici, ha minacciato restrizioni.

La decisione ha preoccupato le persone coinvolte nell'industria della pesca giapponese, proprio quando l'attività stava iniziando a riprendersi dopo oltre un decennio dal disastro nucleare. "Nulla del rilascio dell'acqua è vantaggioso per noi", ha dichiarato all'Afp il pescatore Haruo Ono, 71 anni, il cui fratello è morto nel marzo 2011, a Shinchimachi, 60 chilometri a nord della centrale nucleare.

James Brady, della società di consulenza sui rischi Teneo, ha affermato che, sebbene le preoccupazioni della Cina in materia di sicurezza possano essere sincere, la dura reazione ha un chiaro sentore di geopolitica e rivalità economica. "La natura sfaccettata del problema del rilascio delle acque reflue di Fukushima lo rende piuttosto utile da sfruttare per Pechino", ha dichiarato Brady ai microfoni dell'Afp.

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